Economia

Titoli di Stato, Bankitalia: a giugno +34,2 miliardi di investimenti esteri nei BTP

Redazione
 
Titoli di Stato, Bankitalia: a giugno +34,2 miliardi di investimenti esteri nei BTP

Il debito pubblico italiano torna a fare gola ai mercati internazionali. Le ultime rilevazioni diffuse da Banca d’Italia mostrano come gli acquisti di BTP e BOT da parte di investitori esteri abbiano registrato un’accelerazione senza precedenti negli ultimi sei anni, segnando un’inversione di tendenza che si consolida mese dopo mese.

Titoli di Stato, Bankitalia: a giugno +34,2 miliardi di investimenti esteri nei BTP

A giugno il saldo positivo della bilancia dei pagamenti ha toccato quota 34,2 miliardi di euro, un livello che non si vedeva dal 2019, quando l’afflusso di capitali dall’estero si fermò a 35,2 miliardi. Per avere un termine di paragone, nel mese precedente gli acquisti netti erano stati pari a poco più di 2 miliardi. Il dato semestrale conferma il rinnovato interesse: da gennaio a giugno gli investitori stranieri hanno incrementato le loro posizioni sui titoli governativi italiani per circa 84 miliardi, dopo i 125 miliardi immessi nel corso del 2024. Se si considera l’intero arco temporale da giugno 2023, l’afflusso complessivo supera i 230 miliardi di euro.

La chiave di questo successo è nei rendimenti: i BTP continuano a garantire i ritorni più alti dell’area euro, in un contesto in cui la BCE e la Federal Reserve hanno avviato un ciclo di riduzione dei tassi di interesse. Il decennale italiano, ad esempio, ha chiuso le ultime sedute con un rendimento stabile al 3,59%, mentre lo spread con il Bund tedesco resta ancorato agli 81 punti base.

Il dinamismo non riguarda soltanto l’Italia. Nei primi sette mesi del 2025, i Paesi dell’Eurozona hanno collocato sul mercato circa 936 miliardi di debito sovrano, 30 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al netto dei rinnovi, l’offerta effettiva ammonta a 404 miliardi. Secondo le stime di Intesa Sanpaolo, da qui a dicembre il fabbisogno aggiuntivo sarà di altri 426 miliardi, con un’offerta netta attesa di 123 miliardi.

Oltre al fattore rendimento, la ritrovata fiducia verso i titoli italiani è alimentata da una dinamica macroeconomica più stabile del previsto. Il disavanzo pubblico rimane sotto controllo, mentre la crescita nominale del PIL contribuisce a ridurre gradualmente il peso del debito.

Elementi che, sottolineano diversi analisti, hanno abbassato la percezione di rischio Paese e reso i BTP un porto relativamente sicuro per gli investitori alla ricerca di rendimenti in Europa. Uno sguardo al medio termine aiuta a comprendere le sfide.

Secondo le proiezioni contenute nel DEF, il fabbisogno finanziario dell’Italia per il 2026 sarà pari al 5,3% del PIL, ovvero circa 124 miliardi di euro. Sommando i titoli in scadenza (esclusi i BOT), l’ammontare lordo delle nuove emissioni dovrebbe collocarsi tra 380 e 390 miliardi, ben oltre i 348 miliardi stimati per il 2025. Tuttavia, in termini netti, il fabbisogno potrebbe essere più contenuto: ipotizzando l’arrivo delle ultime tranche del PNRR (circa 25 miliardi complessivi), il fabbisogno lordo del 2026 scenderebbe a 97 miliardi, al di sotto dei 109 miliardi attesi per quest’anno.

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