All’inizio di aprile, le azioni hanno registrato un forte calo dopo l’annuncio del presidente statunitense Trump, in occasione del "Liberation Day", di dazi “reciproci” particolarmente severi, superiori alle attese. Questo ha alimentato i timori per un rallentamento della crescita globale e un’accelerazione dell’inflazione, anch’essa spinta al rialzo dalle nuove tariffe. Finora, i consumatori statunitensi sono stati in parte protetti dall’aumento dei tassi d’interesse grazie ai risparmi accumulati durante la pandemia, posticipando il rallentamento economico dal 2023 al 2024.
Tuttavia, i depositi bancari in rapporto al reddito disponibile sono tornati ai livelli pre-pandemici e, per le fasce di reddito più basse, risultano persino inferiori rispetto al 2019. Le famiglie stanno ricorrendo al credito, ma si trovano in crescente difficoltà finanziaria: 10 milioni di americani risultano in ritardo con i pagamenti dei prestiti studenteschi, dopo la fine della moratoria quinquennale lo scorso settembre, mentre i tassi di insolvenza su carte di credito e prestiti auto sono tornati ai livelli del 2011, quando il tasso di disoccupazione era doppio rispetto a quello attuale. Le banche, dal canto loro, stanno inasprendo i criteri di concessione del credito e applicando tassi record sulle carte di credito.
In Europa, i timori legati all’impatto dei dazi statunitensi sulle importazioni di automobili dall’Unione Europea hanno inizialmente pesato negativamente sugli asset rischiosi. A marzo, l’inflazione annuale nell’Eurozona ha evidenziato un rallentamento, con il dato core (al netto di energia e alimentari) in calo oltre le attese. Questo ha favorito il previsto taglio dei tassi di riferimento da parte della Banca Centrale Europea, pari a 25 punti base, rafforzando la fiducia dei mercati in un proseguimento dell’allentamento monetario nei prossimi mesi.
In Giappone, i titoli azionari hanno risentito della fase di vendite massicce di inizio aprile, in linea con l’andamento degli altri mercati globali. Tuttavia, l’ottimismo intorno ai negoziati commerciali tra Stati Uniti e Giappone, unito ai segnali accomodanti della Banca del Giappone, ha offerto un parziale sostegno.
Sebbene gli Stati Uniti e la Cina abbiano concordato una riduzione delle tariffe doganali, anche se solo per 90 giorni, l'aliquota fissa del 10% porta le tariffe al livello più alto dagli anni '30. L'incertezza economica derivante da queste politiche commerciali e tariffarie, unita alla diminuzione della fiducia dei consumatori, rende ora più probabile una recessione. I dati preliminari dell'indagine sulla fiducia dei consumatori condotta dall'Università del Michigan mostrano che le aspettative d'inflazione a un anno sono pari al 5% e quelle a sei-dieci anni al 4%. Questo scenario non rispecchia le aspettative della Fed. I consumi personali hanno rappresentato l’80% della crescita economica degli Stati Uniti dal 2020 e, a partire dal 2022, le importazioni statunitensi hanno registrato un forte aumento. Tuttavia, nel 2024 la spesa dei consumatori ha iniziato a rallentare. Il tracker GDPNow della Fed di Atlanta per il primo trimestre del 2025 è rimasto stabile, rispecchiando le tendenze emerse dalle indagini sulla fiducia dei consumatori. L’incertezza legata ai dazi e la massiccia vendita di azioni contribuiscono a mantenere un clima di scarsa fiducia, aumentando il rischio di stagflazione.
A livello settoriale, il settore energetico è stato di gran lunga il più debole, a causa dei timori legati all'economia globale che hanno causato un calo dei prezzi del petrolio e di altre materie prime. Anche i settori sanitario e dei beni di consumo discrezionali hanno sottoperformato rispetto all’indice generale. Invece, i settori difensivi, come i beni di consumo di base e i servizi di pubblica utilità, hanno registrato le migliori performance. Tutti gli altri settori hanno ottenuto risultati superiori alla media, con particolare rilievo per i comparti industriale e tecnologico.
Qualità e diversificazione per navigare l’incertezza
La nuova amministrazione statunitense ha certamente generato incertezza sia sul fronte geopolitico sia sui mercati azionari. Non è detto che questa situazione si attenui nel breve termine e, di recente, i venti contrari di natura macroeconomica si sono intensificati.
Tuttavia, nel lungo periodo, le società di alta qualità e ben gestite dovrebbero continuare a ottenere buoni risultati. Riteniamo che le aziende con fondamentali solidi, capaci di superare il difficile contesto operativo degli ultimi anni, continueranno probabilmente a sovraperformare; intendiamo pertanto sfruttare i momenti di volatilità per incrementare le posizioni nei titoli più promettenti.
Riteniamo inoltre che, in un contesto come questo, la diversificazione continuerà a svolgere un ruolo fondamentale, soprattutto perché gli investimenti focalizzati su temi quali decarbonizzazione, deglobalizzazione ed efficienza energetica offrono maggiori opportunità di crescita degli utili. Il nostro obiettivo è costruire un portafoglio diversificato di aziende di qualità, in grado di generare rendimenti composti pluriennali, con potere di determinazione dei prezzi e minore sensibilità all’andamento generale dell’economia. Siamo convinti che il nostro approccio bottom-up ci permetterà di individuare società in crescita di qualità in molteplici settori e aree geografiche.
Come cogliere le opportunità
La nostra strategia dedicata all’azionario globale, CT (Lux) Global Focus, si distingue per una gestione attiva orientata alla ricerca di crescita di qualità sostenibile, basata su vantaggi competitivi duraturi. La filosofia del fondo è chiara: selezionare società con solide prospettive di crescita, in grado di generare rendimenti stabili e sostenibili nel tempo. Il portafoglio è concentrato, con meno di 50 titoli, nonostante le sue dimensioni, risultato di una selezione bottom-up focalizzata su aziende che presentano vantaggi competitivi, forte generazione di flussi di cassa e capacità di determinazione dei prezzi.
A differenza di strumenti simili, il nostro fondo pone l’attenzione non solo sul vantaggio competitivo attuale delle società, ma soprattutto sulle loro prospettive future di miglioramento o deterioramento. Un ulteriore punto di forza è rappresentato dal solido team di ricerca azionaria globale di Columbia Threadneedle. Gli analisti, presenti in diverse aree del mondo — da Singapore a Londra fino al Nord America — sono costantemente impegnati nella ricerca e negli incontri con i team di gestione delle società incluse nel portafoglio. Grazie alle dimensioni e alla profondità delle risorse di ricerca di Columbia Threadneedle, abbiamo accesso a tutti i livelli della gestione aziendale, sia attraverso le migliaia di società esaminate nel nostro ufficio di Londra durante l’anno, sia tramite i loro uffici in tutto il mondo.
La selezione dei titoli ha avuto un impatto positivo significativo sulla performance del fondo, grazie alle scelte nei settori industriale, tecnologico e dei beni di consumo di base, mentre le decisioni nei settori dei servizi di comunicazione e dei materiali hanno inciso negativamente. Anche l’allocazione settoriale ha contribuito positivamente, in particolare per la sotto pesatura nel settore energetico.