Con la pubblicazione dei due testamenti, si è ufficialmente aperta la successione per l’impero della moda costruito da Giorgio Armani, un patrimonio che mescola aziende, immobili e precise indicazioni sul futuro creativo del brand.
Successione Armani: la Fondazione prende il 100% del gruppo, a Dell’Orco il 40% dei diritti di voto
La Fondazione Giorgio Armani, che già possedeva lo 0,1% delle quote, diventa ora titolare del 100% del Gruppo Giorgio Armani Spa, con il pieno diritto di proprietà sul 9,9% e la nuda proprietà sul restante 90%. Su quest’ultima porzione gravano diritti di usufrutto destinati al compagno e braccio destro dello stilista, Leo Pantaleo Dell’Orco, ai nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana e alla sorella dello stilista. Secondo quanto emerge dal testamento, Pantaleo Dell’Orco deterrà quindi il diritto di usufrutto sul 30% delle quote e il 40% dei diritti di voto, mentre i nipoti avranno il 15% dei diritti di voto complessivi e la Fondazione il 30%. La maggioranza relativa dei diritti di voto resterà dunque nelle mani di Dell’Orco, garantendo continuità nella gestione del gruppo.
Le partecipazioni in EssilorLuxottica, pari a circa il 2%, saranno suddivise con il 40% destinato a Dell’Orco e il restante 60% ai familiari. Lo stilista ha inoltre assegnato azioni specifiche a collaboratori fidati, tra cui 100.000 a Michele Morselli e 7.500 ciascuno a Daniele Balestrazzi, Giuseppe Marsocci, Laura Tadini e Luca Pastorelli, un gesto che riflette il legame stretto con la squadra che ha contribuito al successo globale della maison. Nel testamento è previsto anche un passaggio strategico: entro 12-18 mesi dalla successione, la Fondazione dovrà cedere in via prioritaria una partecipazione pari al 15% del capitale della società a uno dei grandi gruppi internazionali, come LVMH, EssilorLuxottica o L’Oréal.
La galassia immobiliare di Armani, che comprende residenze a St. Moritz e St. Tropez, l’appartamento milanese di Brera, la tenuta di Broni nel Pavese, ville a Pantelleria e Antigua, oltre alle proprietà a New York e Parigi, sarà in larga parte destinata ai familiari, con usufrutto riservato a Dell’Orco e un ruolo speciale per Morselli nella gestione delle ville. Non si tratta però solo di questioni patrimoniali. Nei testamenti, Armani lascia ai suoi eredi precise indicazioni sul proseguimento dello stile e dei valori aziendali che hanno fatto la fortuna del brand. Nel documento del 14 marzo, lo stilista sottolinea come la Fondazione debba gestire la società secondo principi chiari: “Attenta politica di diversificazione e segmentazione dei diversi marchi aziendali, mantenendo coerenza nello stile, nell’immagine di prodotto e nella comunicazione”, al terzo punto, e “attenzione all’innovazione, eccellenza, qualità e ricercatezza di prodotto”, al quinto punto.