Sostenibilità e competitività crescono insieme secondo il nuovo Synesgy Global Observatory di Cribis

Le piccole e medie imprese trainano la trasformazione sostenibile dell’economia globale. È quanto emerge dalla seconda edizione del Synesgy Global Observatory, l’osservatorio internazionale promosso da Cribis (gruppo CRIF), che analizza le performance ESG (ambientali, sociali e di governance) delle aziende registrate sulla piattaforma Synesgy.

Sostenibilità e competitività crescono insieme secondo il nuovo Synesgy Global Observatory di Cribis

I numeri raccontano una tendenza chiara: la sostenibilità è ormai una leva strategica per la competitività. Il 91% delle aziende analizzate rientra nella categoria delle PMI, confermando che l’attenzione agli standard ESG non è più un’esclusiva delle grandi imprese. Inoltre, le aziende con punteggi ESG più elevati (classi A e B) generano ben il 71% del fatturato totale, pur rappresentando solo il 21% del campione. Una conferma del legame tra sostenibilità, solidità finanziaria e performance economica.

Dal 2021 a oggi si registra un progresso costante: il punteggio medio globale è salito da “D” a “C”, segnale di una crescente consapevolezza del ruolo strategico della sostenibilità. L’Europa si distingue come l’area geografica più virtuosa, con un netto miglioramento del punteggio ambientale passato da “E” a “C”. Oggi il 49% delle aziende europee utilizza energie rinnovabili, percentuale che l’Italia eguaglia.

Nel nostro Paese, il punteggio ESG medio è anch’esso migliorato da “D” a “C”. Tuttavia, permangono criticità, in particolare sul fronte della sostenibilità sociale. Le donne rappresentano solo il 37% dei manager aziendali, contro una media europea del 44%. Un dato che segnala la necessità di accelerare sulla parità di genere e sull’inclusione nei ruoli apicali.

Il report mette in luce anche l’impatto diretto dei criteri ESG sulla stabilità finanziaria. Le aziende con rating ESG elevato presentano un rischio di liquidazione giudiziale inferiore del 30% rispetto a quelle con rating basso. Ancora più rilevante è il dato sui pagamenti: le imprese ESG-compliant registrano mediamente il 41% in meno di giorni di ritardo nei pagamenti rispetto alla media. In Italia, il gap si amplia: le aziende più virtuose ritardano in media solo 7,7 giorni, contro i 15,4 delle realtà meno sostenibili, riducendo del 50% i ritardi.

Secondo Cribis, l’adozione di pratiche sostenibili non solo migliora la reputazione aziendale, ma rafforza anche la resilienza organizzativa e la capacità di generare valore nel lungo periodo. Le imprese più lungimiranti, in particolare tra le PMI, stanno già trasformando gli obblighi di rendicontazione in opportunità strategiche. Le recenti semplificazioni normative europee hanno infatti reso più accessibile la rendicontazione volontaria, offrendo un vantaggio competitivo a chi sceglie di anticipare i cambiamenti.