Economia

Le stime OCSE mettono l'Italia di fronte al nodo del debito e delle riforme

di Redazione
 
Le stime OCSE mettono l'Italia di fronte al nodo del debito e delle riforme
L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato le sue ultime Prospettive Economiche, confermando un quadro di crescita moderata per l'Italia nei prossimi anni. Le stime, che si attestano a un modesto +0,6% sia per il 2025 che per il 2026, indicano un rallentamento rispetto al +0,7% previsto per il 2024. Sebbene non si tratti di un dato sorprendente, l'analisi dell'OCSE mette in luce sfide e opportunità che il Paese dovrà affrontare.

Il rapporto dell'OCSE rivela un'economia globale che, pur mostrando resilienza, si avvia verso una crescita più lenta. Il PIL mondiale, dopo un +3,3% nel 2024, è previsto al +3,2% nel 2025 e al +2,9% nel 2026. Anche la zona euro seguirà una traiettoria simile, con una crescita stimata all'1,2% nel 2025 e all'1% nel 2026.

Gli Stati Uniti, pur mostrando una crescita annua robusta nel 2024 (+2,8%), dovrebbero registrare un calo significativo, scendendo all'1,8% nel 2025 e ulteriormente all'1,5% nel 2026. Questo rallentamento riflette le tensioni globali e l'impatto di fattori esterni.

Un aspetto cruciale del report riguarda l'inflazione, che secondo l'OCSE è destinata a rallentare nella maggior parte delle economie del G20. Per l'Italia, in particolare, le previsioni indicano un tasso in diminuzione, passando dall'1,9% del 2025 all'1,8% del 2026. Tuttavia, l'organizzazione sottolinea come l'aumento dei prezzi alimentari rimanga un problema in diversi Paesi, inclusa l'Italia.

Il rapporto evidenzia anche "rischi importanti" che potrebbero frenare la crescita, tra cui i crescenti dazi bilaterali, le tensioni geopolitiche e l'incertezza politica. L'OCSE sottolinea che i dazi statunitensi sono aumentati in quasi tutti i Paesi, raggiungendo il tasso effettivo più alto dal 1933. Al contempo, il rallentamento dei mercati del lavoro, con l'incremento della disoccupazione e il calo delle offerte di lavoro, rappresenta un altro segnale di cautela.

Nonostante una posizione più solida rispetto a qualche anno fa, il capo economista dell'OCSE, Alvaro Santos Pereira (nella foto), ha ribadito l'importanza di affrontare le debolezze strutturali del Paese. "Il livello del debito continua a essere alto", ha affermato Pereira, sottolineando la necessità di continuare gli sforzi per la sua riduzione.

L'OCSE suggerisce che la chiave per una crescita più sostenuta risiede nelle riforme strutturali. È fondamentale "ridurre la burocrazia, semplificare la regolamentazione e rafforzare la competitività".

In controtendenza rispetto ai rischi, l'OCSE identifica anche potenziali motori di crescita, come la riduzione delle restrizioni commerciali e la rapida adozione delle tecnologie legate all'intelligenza artificiale, che potrebbero migliorare le prospettive economiche globali e nazionali.
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