I nuovi dati dell'Osservatorio Waste Watcher, in collaborazione con Ipsos e Università di Bologna, sottolineano la necessità dell’educazione civica alimentare perché la chiave per ridurre lo spreco di cibo è l'attenzione costante.
Spreco alimentare: in Italia 4,5 milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura
L'intero spreco alimentare in Italia ammonta a 14 miliardi di euro, pari a 4,5 milioni di tonnellate di cibo ed è più marcato al Sud (+16%, 713,8 grammi settimanali) e al Centro (+4%, 640,1 grammi), proprio nelle aree dove l'impoverimento alimentare è aumentato rispettivamente del 17% e del 15%. Se da un lato le campagne di sensibilizzazione sono utili, ciò che conta davvero è la consapevolezza che il cibo buttato costa più di 8 miliardi di euro all'anno.
Dopo la pandemia, quando la permanenza forzata in casa aveva incentivato una gestione più attenta dei consumi, lo spreco alimentare è tornato a crescere: oggi si gettano 617,9 grammi di cibo a settimana, pari a 88,2 grammi al giorno, con un costo di 139,71 euro pro capite annuo.
Per raggiungere l'obiettivo dell'Agenda 2030, che prevede la riduzione dello spreco pro capite a 369,7 grammi, sarebbe sufficiente tagliare 50 grammi di alimenti buttati a settimana fino al 2029.
Il direttore scientifico di Waste Watcher, Andrea Segrè, sottolinea che il trend degli sprechi è in costante crescita e che sono proprio le fasce più deboli a sprecare di più, poiché accedono a cibo di minore qualità e più deperibile.
Questo incide anche sulla loro salute, come evidenziato dall'indice Fies della FAO, che misura l'insicurezza alimentare e che nel 2025 è salito al 13,95% rispetto al 10,27% dell'anno precedente.
Secondo Segré, il diritto al cibo, o "ius cibi", deve diventare una priorità, da concretizzare a livello locale con il recupero del cibo in eccesso, la donazione agli enti caritativi, la regolamentazione nelle mense e l'educazione alimentare. Bologna sta introducendo questo diritto nello statuto della città metropolitana, dimostrando che il cambiamento è possibile. Luca Falasconi, coordinatore del rapporto e docente all'Università di Bologna, ribadisce che ogni piccola azione conta e che la riduzione dello spreco inizia nelle nostre case.
I dati di Waste Watcher rivelano che l'86% degli italiani dichiara di prestare attenzione al cibo e alla sua preparazione, mentre il 60% cucina prioritariamente gli alimenti vicini alla scadenza o li congela. Il 56% testa il cibo scaduto prima di buttarlo e, se ancora commestibile, lo consuma.
Tuttavia, solo l'11% dona il cibo in eccesso e il 28% richiede la food bag al ristorante. Malgrado l'aumento dello spreco, il 94% degli italiani afferma di essere attento al tema, mentre solo il 6% ammette di gettare il cibo senza pensarci. Il 63% dichiara di buttare alimenti al massimo una volta a settimana, ma il 14% spreca quasi ogni giorno. Le cause principali sono la mancanza di attenzione, la percezione che la prevenzione richieda troppo tempo (23%) o che sia troppo faticosa (11%). Tra le difficoltà indicate, il 27% trova complicato fare una lista della spesa efficace e organizzare la dispensa, mentre il 19% ha problemi a conservare gli avanzi e a trovare ricette per riutilizzarli.