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Sfratto eseguito al centro sociale Leoncavallo di Milano

Redazione
 
Sfratto eseguito al centro sociale Leoncavallo di Milano

Questa mattina, giovedì 21 agosto, è stato eseguito lo sfratto dello storico centro sociale Leoncavallo, attivo da oltre trent’anni in via Watteau 7 a Milano. L’operazione, iniziata intorno alle 7.30, è stata condotta dalla polizia con il supporto dell’ufficiale giudiziario e alla presenza dell’avvocato della proprietà, la società immobiliare Orologio della famiglia Cabassi. Gli accessi alla zona sono stati presidiati dalle forze dell’ordine, ma all’interno degli spazi non sono state trovate persone.

Sfratto eseguito al centro sociale Leoncavallo di Milano

Lo sfratto, inizialmente programmato per il 9 settembre, è stato anticipato negli ultimi giorni. La decisione ha colto di sorpresa l’associazione Mamme del Leoncavallo, che ha parlato di “tragedia” e confermato che ci saranno trenta giorni di tempo per recuperare oggetti e materiali rimasti all’interno.

La vicenda si inserisce in una lunga disputa legale. Lo scorso ottobre, la Corte d’appello di Milano aveva condannato il ministero dell’Interno a risarcire oltre tre milioni di euro alla proprietà per il mancato sgombero dell’immobile negli anni precedenti. La Prefettura, in una nota, ha sottolineato che l’esecuzione dello sfratto consentirà di evitare ulteriori azioni risarcitorie a carico dello Stato.

Il Leoncavallo, fondato nel 1975, era già stato sgomberato una prima volta nel 1994, per poi trasferirsi nell’attuale sede di via Watteau, rimasta occupata fino a oggi. Solo pochi giorni fa il centro aveva lanciato una raccolta fondi per resistere nello stabile, mentre nei mesi scorsi erano state avviate interlocuzioni con il Comune per una possibile nuova sede in via San Dionigi.

Diverse le reazioni istituzionali. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che “in uno Stato di diritto non possono esistere zone franche” e che il governo continuerà a garantire il rispetto delle regole. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha definito lo sgombero “la fine di una lunga stagione di illegalità” e ha ricordato che dall’inizio del mandato sono già stati liberati quasi 4.000 immobili occupati abusivamente.

Sui social, il vicepremier Matteo Salvini ha commentato: “Decenni di illegalità tollerata, ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti”.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha invece espresso sorpresa, spiegando di non essere stato informato con anticipo sull’operazione e ribadendo che il Leoncavallo, pur dovendo operare nella legalità, rappresenta “un valore storico e sociale” per la città.

La presidente delle Mamme del Leoncavallo, Marina Boer, ha parlato di “delusione e amarezza” e ha sottolineato le difficoltà nel trovare un’alternativa logistica, affermando che l’associazione si rivolgerà alla città per cercare un sostegno.

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