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Settore auto italiano fermo: nel 2024 mercato stagnante e transizione elettrica al palo

Redazione
 
Settore auto italiano fermo: nel 2024 mercato stagnante e transizione elettrica al palo

La fotografia scattata dalla 28ª edizione della Sintesi Statistica UNRAE sul settore automotive, pubblicata il 30 giugno 2025, conferma un’Italia che arranca, tra vendite piatte, transizione ecologica in ritardo e infrastrutture di ricarica insufficienti. I dati, relativi al 2024, raccontano un mercato sostanzialmente fermo, con dinamiche preoccupanti soprattutto sul fronte elettrico.

Settore auto italiano fermo: nel 2024 mercato stagnante e transizione elettrica al palo

Il 2024 si è chiuso con 1,559 milioni di autovetture immatricolate, segnando un lieve calo dello 0,5% rispetto al 2023 (1,566 milioni). Un risultato che accentua la distanza dal 2019, quando si contavano oltre 1,9 milioni di immatricolazioni. Il diesel continua il suo declino, scendendo al 13,8%, mentre le auto a benzina risalgono al 29,2%. Spicca invece la crescita delle ibride, che arrivano al 40% del mercato.

L’Italia resta fanalino di coda in Europa sulla transizione energetica: le vetture ricaricabili (BEV e PHEV) raggiungono solo il 7,6% di quota, ben lontane da Regno Unito (28,2%), Francia (25,4%) e Germania (20,3%). Anche la Spagna ci supera, con l’11,4%. Il ritardo impatta sulle emissioni, ancora ferme a 119,1 g/km di CO₂, ben al di sopra della media UE di 107,8 g/km.

Il problema non è solo di domanda, ma anche di infrastrutture: nonostante i circa 63.000 punti di ricarica pubblici (dato aggiornato a marzo 2025), il nostro Paese si ferma a 12,7 punti ogni 100 km, 16° in Europa e lontano dalla media europea di 18,4. Solo il 18% dei punti ha potenza pari o superiore a 50 kW e un modesto 6,4% supera i 150 kW.

La situazione del parco circolante evidenzia un’ulteriore criticità: l’età media delle auto italiane ha raggiunto i 13 anni, con il 21,8% dei veicoli ancora antecedenti all’Euro 4. Anche i veicoli commerciali leggeri (4,5 milioni) e industriali (752.000) presentano età medie elevate, rispettivamente di 14,8 e 14,7 anni, mentre gli autobus si fermano a 11 anni.

Sul fronte produttivo, l’Italia segna un record negativo: appena 310.000 vetture prodotte nel 2024, il minimo storico, con un crollo del 43% rispetto all’anno precedente. Questo dato corrisponde appena al 2,1% della produzione europea.

I comparti dei veicoli commerciali leggeri e degli autobus offrono qualche segnale positivo: i primi crescono dell’1,1% (198.600 unità), mentre i secondi volano a +20,6% grazie al PNRR e alle nuove gare pubbliche. Male invece veicoli industriali (-0,8%) e rimorchi/semirimorchi (-13,6%).

“Il 2024 è stato un altro anno perso”, dichiara senza mezzi termini Andrea Cardinali, Direttore Generale di UNRAE (in foto), puntando il dito contro l’assenza di incentivi stabili e un piano strategico per la mobilità elettrica. “Un’occasione mancata per la transizione energetica, la produzione nazionale e la riforma fiscale delle flotte”, aggiunge Cardinali, ricordando anche la “disastrosa gestione del fringe benefit” a fine anno.

A livello internazionale, nel 2024 in Europa a 31 Paesi (EU+UK+EFTA) sono state immatricolate 12,96 milioni di vetture, con l’Italia che incide per il 12%. Nel mondo, invece, si contano circa 67,5 milioni di immatricolazioni: il 65,2% in Asia, il 17,1% in Europa Occidentale e il 5,7% nel Nord America. La produzione globale ha sfiorato i 68 milioni di auto, di cui quasi 27,5 milioni prodotte in Cina.

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