Nell’era dello swipe compulsivo, delle storie da 15 secondi e dell’amore in versione fast food, c’è chi sceglie il controtempo: tira il freno a mano e si concede il lusso, quasi rivoluzionario, di fermarsi. E non parliamo di una pausa dai social o da Netflix, ma da qualcosa di ben più intimo: il sesso. Secondo una nuova indagine rilanciata qualche giorno fa dal New York Post, infatti, un americano su quattro (24%) desidera prendersi una pausa dal sesso. Non per castità ascetica o per un voto religioso, ma per motivi ben più moderni: “imparare altre forme di intimità”, “dare tregua al corpo e alla mente” o – udite udite – “cercare più vicinanza emotiva”.
In breve: basta corpi, servono cuori.
Niente sesso, siamo americani
Il sondaggio, realizzato da Talker Research in collaborazione con il brand di benessere sessuale LELO, ha coinvolto 2.000 adulti statunitensi, e il quadro che ne emerge è tutt’altro che da commedia romantica. Quasi la metà degli intervistati (52%) ha deciso di chiudere la camera da letto per un po’, con una media di sei mesi di pausa. Ma cosa succede quando si chiude la zip per un po’? Il 53% di chi ha provato la “dieta sessuale” ha dichiarato di aver iniziato ad apprezzare di più il sesso, come chi smette di mangiare cioccolato per poi riscoprirne il sapore. Solo l’11%, invece, si è trovato a pensare: “ma chi me l’ha fatto fare?”.
Dietro questa scelta non si nasconde per forza la delusione amorosa, quanto piuttosto una crescente serenità nella vita da single. Ben il 69% di chi non ha una relazione si dice soddisfatto del proprio status, e solo il 21% è attivamente alla ricerca di qualcuno. E qui non si tratta di cinismo, ma di consapevolezza: molti hanno dichiarato di sentirsi “a proprio agio con la vita in questo momento”, o di essere “in attesa della persona giusta”. In fondo, come dice il vecchio proverbio, “meglio soli che male accompagnati”... soprattutto sotto le lenzuola.
Il dato forse più sorprendente? Più della metà dei single americani (55%) preferirebbe innamorarsi della vita piuttosto che di un’altra persona. Un’affermazione che suona tanto come una carezza alla propria libertà, quanto come una pernacchia alle commedie sentimentali alla Netflix. Sullo sfondo, aleggia un’ombra malinconica: quasi un terzo degli intervistati (30%) crede che il romanticismo sia ormai defunto.
Non ci sono più i bigliettini scritti a mano, le cassette registrate col cuore, le dichiarazioni sotto la pioggia: oggi, l’amore si swipea, si ghosta, si digita. Forse è per questo che quasi la metà degli intervistati (49%) ha visto la propria relazione naufragare sotto il peso delle “aspettative su come avrebbe dovuto essere”. Tradotto: anche l’amore ha un algoritmo da rispettare e non perdona bug.
Nel frattempo, il 47% dei single dichiara che le relazioni moderne sono troppo focalizzate sul futuro – mutui, figli, piani quinquennali – e troppo poco sul presente. E il presente, si sa, è già abbastanza complicato di suo. Eppure, per quanto si faccia pausa, il sesso resta lì. Immobile e paziente, come un amante disilluso. Il 54% degli americani riconosce che il sesso è fondamentale per la connessione romantica, e quasi la metà (44%) ammette che la propria relazione non sopravviverebbe un anno senza.
Il minimo sindacale? Tre volte a settimana, per definirsi “sessualmente sani”. Ma attenzione: i dati dicono anche che, in media, non si resiste più di cinque mesi senza baci o coccole e sei mesi senza sesso. Insomma, la castità consapevole ha comunque la scadenza sull’etichetta. A fare chiarezza ci pensa Luka Matutinovic, direttore marketing di LELO: “Rallentare e prendersi una pausa dal sesso può essere un approccio sano e benefico, sia per la crescita personale che per le dinamiche di coppia. Aiuta a rivalutare i propri desideri, riduce la pressione e può persino migliorare la vita sessuale”.
In fondo, si sa: meno è più, soprattutto quando si torna. Un altro dato interessante riguarda il concetto stesso di intimità: solo il 37% degli intervistati lo associa al sesso, mentre il 57% lo lega alla comprensione reciproca. Tre americani su quattro dichiarano di esprimere l’intimità con il partner in modi alternativi: tenendosi per mano, scambiandosi carezze, vivendo i piccoli momenti perché, come ricorda ancora Matutinovic, “Sesso e intimità sono due cose distinte e, sebbene possano coesistere, non devono essere necessariamente sinonimi”.
Ma infondo, non tutti i mali vengono per nuocere. “Prendere una pausa dal sesso – conclude Matutinovic - o concentrarsi su altre forme di intimità fisica può effettivamente migliorare la vita sessuale, riducendo la pressione e favorendo l'esplorazione, oltre a introdurre nuove aggiunte alla routine, come i sex toys, rafforzando così l'intimità emotiva”. Morale della favola? L’America si prende una pausa, ma non molla. Semplicemente, cambia ritmo. E in tempi in cui tutto brucia in fretta, anche l’astinenza – se voluta, consapevole e condivisa – può essere un gesto rivoluzionario. O perlomeno, un buon motivo per riordinare le idee. E magari le lenzuola.