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Ruba zaino a rumeno suicida: dov'è la rabbia della gente quando il "mostro" è uno di noi?

Redazione
 
Ruba zaino a rumeno suicida: dov'è la rabbia della gente quando il 'mostro' è uno di noi?

C'è una porzione di italiani che, piuttosto che ammettere che siamo uguali agli altri, nel bene e nel male, preferiscono girare la testa dall'altro lato, quando uno di noi veste i panni del mostro, rubando lo zaino ad poveraccio che si era appena suicidato facendosi maciullare da un convoglio della metro di Roma.

Ruba zaino a rumeno suicida: dov'è la rabbia della gente quando il "mostro" è uno di noi?

Nessuno di quelli che hanno, come i pistoleri avevano il dito sul grilletto, la mano sempre pronta a scrivere contro chi italiano non è, seppure vive nel nostro Paese per necessità, ha speso una parola per condannare l'autore di questo gesto, vomitevole come sono tutti quelli che cercano di lucrare sui drammi degli altri.

La storia è tragicamente chiara. Il suicida, un ragazzo rumeno di 22 anni, aveva scritto su Instagram che stava andando ad uccidersi, forse nella speranza inconscia che qualcuno lo fermasse.
Si è tolto la vita a Termini che, ad ogni ora del giorno, è un brulicare di persone che vanno a lavorare, all'università, si spostano per andare e venire dal centro.

Ha aspettato che il convoglio stesse per arrivare e si è gettato sui binari, giusto in tempo per impedire a qualcuno di fermare il treno o lui.
Poco prima, aveva lasciato lo zaino, con le sue poche cose, sulla banchina. La confusione, tra le grida di sgomento ed orrore della gente, quando il dramma s'era appena concluso, ha dato ad un uomo la possibilità di prendere lo zaino e cercare di allontanarsi, mettendoselo sulla spalle, come fosse il suo e andando via, come un passeggero qualunque.

I carabinieri, come da protocollo e da senso pratico dettato dall'esperienza, prima di redigere un primo rapporto sull'accaduto, hanno visionato i video del sistema di sorveglianza interno alla stazione.
Immagini che hanno beccato il ladro nel momento in cui, cercando di mostrarsi disinvolto, ha preso lo zaino del suicida per dirigersi speditamente verso l'uscita.

E' bastato poco per capire quel che era accaduto e non c'è nemmeno voluto molto per identificare il ladro e andare a prenderlo in un quartiere romano, dove era andando senza nemmeno disfarsi dello zaino. Un pregiudicato di 53 anni, che è stato denunciato per furto aggravato. Una di quelle accuse che ormai si riducono in poco più che una sculacciata, anzi un buffetto.

Ora sarebbe il momento di uno sforzo di fantasia e pensare a cosa si sarebbe detto e scritto se suicida e ladro avessero avuto identità invertite, se a rubare fosse stato un ''non italiano'' e la vittima uno di noi. E' l'ennesima conferma dello strabismo di una società che si sente sempre sotto attacco, minacciata da un nemico esterno che, spesso, come il ragazzo straniero che si è ucciso, ha gli stessi problemi dei nostri. Ma per lui nessuno sta spendendo una parola di dolore, anche davanti al dramma della sua devastante solitudine.

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