Nove cittadini su dieci si dichiarano insoddisfatti della chiusura delle filiali, evidenziando che il bancomat non può sostituire il rapporto umano. La mancanza di una banca sul territorio riduce la propensione agli investimenti e accelera lo spopolamento dei piccoli centri. Intanto, il tavolo del Cnel ha gettato le basi per una proposta di legge, mentre i primi osservatori regionali rappresentano un segnale positivo. Questo, in sintesi, il quadro che emerge dal secondo Rapporto Uilca. “Chiusura filiali? No, grazie”, la sentiment analysis volta a misurare il livello di insoddisfazione degli italiani a causa della desertificazione bancaria e le ricadute occupazionali, sociali ed economiche del problema nel Paese.
Desertificazione bancaria, Rapporto Uilca: 9 italiani su 10 scontenti
Il risiko bancario in Italia non riguarda soltanto le strategie di fusione e acquisizione tra istituti di credito, ma ha implicazioni dirette sulla presenza delle banche nei territori, sull’accesso ai servizi finanziari e assicurativi e sull’occupazione del settore. Le aggregazioni bancarie annunciate nelle ultime settimane potrebbero generare effetti significativi, con il coinvolgimento di grandi investitori privati e rilevanti questioni politiche e sociali. “Il risiko bancario in corso può ridisegnare nuovi equilibri nel mondo finanziario e non solo: come Uilca da sempre crediamo che le aggregazioni bancarie, se devono esserci, debbano basarsi su una logica industriale di lungo periodo e non rispondere a motivazioni di natura politica o legate solo al profitto o agli interessi dei grandi azionisti. Resta prioritario salvaguardare e favorire l’occupazione, preservare il ruolo sociale della banca e la sua funzione per lo sviluppo del Paese, a sostegno delle comunità, delle famiglie e delle imprese”, commenta il segretario generale Uilca, Fulvio Furlan. “Come Uilca, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali, continueremo a monitorare ogni risvolto di queste operazioni societarie, a partire da quello occupazionale”.
Negli ultimi cinque anni in Italia si sono chiusi in media 76 sportelli bancari al mese, per un totale di 4.557 filiali in meno dal 2019 al 2024. Nel 2024, il numero delle filiali bancarie è sceso sotto le ventimila unità (19.755). Questo fenomeno ha causato forte insoddisfazione tra i cittadini: nove italiani su dieci esprimono malcontento per la chiusura degli sportelli bancari nel proprio comune. Il rapporto umano continua a essere determinante nell’accesso ai servizi bancari. Secondo una recente analisi, nove italiani su dieci ritengono che il bancomat non possa sostituire il contatto umano. L’assenza di una filiale bancaria ha anche un impatto negativo sulla propensione agli investimenti e sulla scelta di residenza.
Non a caso, per sette persone su dieci la prossimità di una filiale bancaria influisce “molto” o “abbastanza” nella “propensione all’investimento in prodotti finanziari”; per otto persone su dieci la banca rappresenta “un luogo utile per avere supporto e assistenza per quanto riguarda risparmi, investimenti e prestiti”; due intervistati su dieci dichiarano di conoscere persone che hanno lasciato il proprio comune di residenza per l’assenza di sportelli/filiali bancarie e altri servizi essenziali; le banche si confermano un presidio di legalità e supporto a imprese e territori: per sette persone su dieci la mancanza di una banca o di un servizio essenziale analogo influisce molto nella scelta di vivere o abbandonare un comune. Aumenta il numero di quanti hanno percepito la mancanza/riduzione dello sportello bancario:da sei a sette su dieci.“La desertificazione bancaria è un fenomeno in corso da tempo, ma le sue tante conseguenze sociali ed economiche erano sconosciute o del tutto sottovalutate. I dati del nostro secondo Rapporto ne confermano la gravità: è un problema reale, sentito dalle persone. La chiusura delle filiali ha impatti sociali, riduce la propensione agli investimenti e influenza la scelta di vivere o meno in un territorio, con un aggravio dello spopolamento dei piccoli centri”, osserva il segretario generale Uilca Fulvio Furlan commenta gli esiti emersi dal Rapporto. Da quanto registrato, inoltre, la presenza di una filiale non può essere sostituita dalla banca online: sette su dieci, in caso di chiusura della propria filiale bancaria, si recherebbero in un ufficio fisico, banca o posta.
Nel 2023, Uilca ha lanciato la campagna “Chiusura filiali? No, grazie”, un’iniziativa itinerante che in dodici mesi ha attraversato trentuno comuni italiani con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla desertificazione bancaria. Nel gennaio 2024, in un evento presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel), Uilca ha presentato i risultati del primo Rapporto sulla desertificazione bancaria. In quell’occasione, il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha proposto l’istituzione di un tavolo di lavoro dedicato alla "Desertificazione della rete dei servizi sul territorio alle famiglie e alle imprese a partire dalle filiali bancarie". Ad aprile 2024 si è insediato il gruppo di lavoro che coinvolge istituzioni, politica e parti sociali. Uilca partecipa con il responsabile del Centro Studi, Orietta Guerra, e Roberto Telatin. A dicembre 2024, il gruppo di lavoro ha redatto un documento con contributi di esperti e analisi delle migliori pratiche internazionali, che servirà come base per una proposta di legge in materia. Parallelamente, nel 2024 sono stati istituiti i primi Osservatori regionali in Basilicata, Abruzzo e Toscana per monitorare le criticità legate alla chiusura delle filiali bancarie nei territori.
“Nel 2023, con la campagna ‘Chiusura filiali? No, grazie’, ci siamo posti l’obiettivo di evidenziare i rischi della desertificazione bancaria e coinvolgere istituzioni, banche e Organizzazioni Sindacali per trovare, insieme, una soluzione in grado di coniugare le necessità di tutti i soggetti coinvolti, per prime quelle delle lavoratrici e dei lavoratori sotto il profilo occupazionale. Nelle varie realtà dove siamo stati presenti si è aperto un dibattito importante. Soprattutto abbiamo contribuito all’apertura di un tavolo al Cnel che vede tutte le parti interessate partecipare e impegnate a trovare soluzioni condivise, con l’obiettivo di proporle alla politica e renderle concrete, anche attraverso un disegno di legge. L’apertura dei primi osservatori regionali va in questa direzione”, conclude Furlan.
Sulla base dei risultati raccolti nel 2024, Uilca ha deciso di sviluppare in macroaree regionali tre focus tematici che fotografano i risvolti della desertificazione bancaria nelle piccole medie imprese, nelle aree rurali e nelle modalità di erogazione del credito. Il primo focus interroga le regioni dell’area settentrionale su “La desertificazione bancaria e le piccole medie imprese”; il secondo è volto a rilevare nelle regioni dell’area centrale la relazione tra la chiusura degli sportelli bancari e lo spopolamento dei piccoli comuni: “Desertificazione bancaria dalle zone rurali alle grandi città”. Il terzo focus riguarda l’area meridionale e insulare: “La desertificazione bancaria e il fenomeno dell’usura”. I dati verranno resi noti a partire dal mese di marzo.