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Produzione auto ai minimi dal 1949 nel Regno Unito mentre i dazi USA colpiscono l’export

Redazione
 
Produzione auto ai minimi dal 1949 nel Regno Unito mentre i dazi USA colpiscono l’export
Il settore automobilistico britannico affronta una crisi storica. A maggio 2025, la produzione di veicoli nel Regno Unito è crollata del 32,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, toccando quota 49.810 unità. È quanto emerge dai dati diffusi dalla Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT), che registrano il quinto mese consecutivo di calo e il peggior risultato mensile – escludendo il 2020 segnato dalla pandemia – dal lontano 1949.

Produzione auto ai minimi dal 1949 nel Regno Unito mentre i dazi USA colpiscono l’export

Il colpo più duro arriva dai mercati esteri. Le spedizioni verso l’Unione Europea e gli Stati Uniti, principali destinazioni dell’export automobilistico britannico, hanno subito cali rispettivamente del 22,5% e del 55,4%. Una flessione drammatica dovuta, secondo SMMT, a un mix di fattori: ristrutturazioni industriali, cambi di modelli produttivi e soprattutto nuove politiche commerciali aggressive.

A pesare in modo determinante è stato il ritorno dei dazi doganali voluti dal presidente USA Donald Trump, che ad aprile ha imposto un’imposta del 25% su tutte le auto e i componenti importati negli Stati Uniti. Una decisione che ha spinto marchi di lusso come Jaguar Land Rover e Aston Martin a sospendere temporaneamente le esportazioni verso il mercato americano.

Nel tentativo di allentare la tensione commerciale, a maggio Trump ha firmato un ordine esecutivo che riduce al 10% il dazio per le prime 100.000 auto britanniche importate ogni anno dalle aziende con base negli Stati Uniti. Una misura che, secondo il premier britannico Keir Starmer, potrebbe far risparmiare “centinaia di milioni di sterline l’anno a Jaguar Land Rover”.

Nonostante le difficoltà, emergono spiragli di fiducia per il futuro. Il CEO di SMMT, Mike Hawes, ha sottolineato che “sebbene il 2025 sia stato finora un anno estremamente complesso per la produzione automobilistica britannica, iniziano a intravedersi segnali di ottimismo”. A sostenere questa visione, il consolidamento degli accordi commerciali con mercati strategici come gli Stati Uniti, un miglioramento delle relazioni con Bruxelles e un rinnovato impegno del governo nel riconoscere il ruolo centrale dell’automotive per la crescita economica.

Lo scorso anno il Regno Unito ha esportato auto verso gli USA per un valore di 9 miliardi di sterline, pari a oltre il 27% dell’export totale del comparto. Tuttavia, nel 2025 la produzione complessiva di veicoli è già in calo del 12,9% rispetto al 2024, fermandosi a 348.226 unità: il livello più basso dal 1953.

Il comparto resta la spina dorsale dell’industria manifatturiera britannica, ma oggi più che mai si trova davanti alla necessità di reinventarsi in uno scenario globale instabile, tra dazi, transizione ecologica e nuove strategie produttive.
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