Economia

Da inizio anno i prezzi del petrolio giù del 23%, ma restano uguali quelli della benzina

Redazione
 
Da inizio anno i prezzi del petrolio giù del 23%, ma restano uguali quelli della benzina

Ci risiamo. I prezzi del petrolio dall'inizio del 2025 proseguono nella loro corsa al ribasso, e di parecchio, ma senza che di questo beneficino gli automobilisti, condannati a pagare la benzina sempre a costi elevati.
Nessun problema quando si assiste ad oscillazioni, che sono fisiologiche del settore e che spesso sono dovute ad aggiustamenti della distribuzione.

Da inizio anno i prezzi del petrolio giù del 23%, ma restano uguali quelli della benzina

Ma oggi la situazione è nettamente diversa perché i prezzi del petrolio sono in sensibile discesa dall'inizio dell'anno, parallelamente all'assestamento del mercato internazionale ed alle contingenze internazionali, con le tensioni che esse spesso provocano e che hanno riflessi immediati.

Pure oggi, ad esempio, anche per quanto sta accadendo sul fronte della guerra commerciale, i prezzi del petrolio, parliamo di futures, hanno lasciato il 3%, per effetto delle recenti decisioni dell'Opec, nel formato plus, di proseguire nelle sue decisioni sull'ammontare della produzione.

Però nonostante il fatto che i prezzi del petrolio, dall'inizio del 2025, siano scesi del 23%, nessuno - e per nessuno intendiamo gli automobilisti - se ne è accorto, perché alla pompa niente cambia e, se correzioni ci sono, sono quasi sempre in salita.

Parliamo dell'Italia, perché altrove, stando alle rilevazioni odierne dei prezzi, qualcosa si comincia a vedere, in termini di correzioni al ribasso. Il petrolio americano di riferimento, il WTI, rispetto a gennaio è passato da 78 dollari ai circa 60 di oggi. Ancora più evidente la situazione del Brent, oggi a 63 dollari, quasi venti in meno rispetto a qualche mese fa.

La cosa di cui nessuno sembra avvedersi è che, facendo due conti della serva, se il calo del prezzo del petrolio si riverberasse nella stessa percentuale su quello della benzina, oggi l'automobilista italiano pagherebbe un litro di carburante all'incirca 1,4 euro e non lo sproposito odierno, a più di 1,750 euro.

È in momenti che si si deve interrogare sulle politiche delle compagnie che considerano l'automobilista sempre come un cliente da spremere e non invece come parte del sistema. Tacendo, comunque, del fatto che i carburanti sono parte importante della catena di formazione del prezzo. Ma anche questo è un argomento vecchio e purtroppo ignorato. Anche dal governo.

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