Economia

Petrolio: le nuove sanzioni Usa su Mosca avviano un 'domino' di aumenti, di prezzi e costi di trasporto

Redazione
 

Le nuove sanzioni statunitensi sul petrolio russo - produttori e trasportatori - sta innescando un aumento del costo del greggio e metterà le raffinerie cinesi e indiane davanti alla necessità di rifornirsi in Medio Oriente, Africa o Americhe, con l'aggravio dei costi che ne consegue. Questo è il quadro che, secondo il giudizio di analisti e operatori del settore, si sta andando a delineare dopo l'ennesimo giro di vite del Governo americano che, con il Dipartimento del Tesoro, ha imposto sanzioni ai principali protagonisti russi della produzione di petrolio russi, Gazprom Neft e Surgutneftegas. Sanzioni annunciate anche contro 183 navi che hanno trasportato petrolio russo, prendendo di mira i proventi che Mosca ha utilizzato per finanziare la sua guerra contro l'Ucraina.

Petrolio: le nuove sanzioni Usa su Mosca avviano un 'domino' di aumenti, di prezzi e costi di trasporto

La misura intende colpire quelle petroliere che hanno continuato a portare il greggio verso India e Cina, grandi ''consumatori'' di petrolio, dopo che la raffica di sanzioni imposte dopo l'invasione dell'Ucraina ha impedito che Mosca continuasse a inviare il suo petrolio in Europa.
Le esportazioni di petrolio russo, dicono gli analisti, saranno gravemente danneggiate dalle nuove sanzioni, che costringeranno le raffinerie indipendenti cinesi a tagliare la produzione di raffinazione in futuro.
La prevista interruzione dell'approvvigionamento russo ha fatto salire lunedì i prezzi globali del petrolio ai massimi degli ultimi mesi, con il Brent scambiato sopra gli 81 dollari al barile.
Tra le navi appena sanzionate, 143 sono petroliere che hanno movimentato più di 530 milioni di barili di greggio russo l'anno scorso, circa il 42% delle esportazioni totali di greggio via mare del Paese. Di questi, circa 300 milioni di barili sono stati spediti in Cina, mentre la maggior parte dei rimanenti è andata in India, ha aggiunto.

L'energia eolica ha fornito il 20% dell'elettricità consumata in Europa lo scorso anno, ma la capacità sviluppata durante l'anno è stata inferiore alla metà di quella necessaria per soddisfare i requisiti europei.

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