L'India sta subendo enormi pressioni da parte del presidente americano Trump, che l'ha minacciata di sanzioni perché continua ad importare petrolio russo.
Il portavoce del ministero degli Esteri di Nuova Delhi, Randhir Jaiswal, ha affermato che il Paese decide le sue fonti di importazione di energia "in base al prezzo al quale il petrolio è disponibile sul mercato internazionale e in base alla situazione globale in quel momento".
Pesano sull'India le minacce di Trump per le importazioni di petrolio russo
Il 30 luglio, Trump ha annunciato che l'India avrebbe dovuto affrontare una tariffa del 25% a partire dal primo agosto, insieme a una "sanzione" non specificata per l'acquisto di petrolio e attrezzature militari russe.
Secondo gli analisti, l'India, che è il terzo più grande consumatore di energia al mondo, non sembra sul punto di mutare le sue politiche energetiche. Non sarebbero, infatti previste modifiche immediate ai contratti a lungo termine dell'India con i fornitori russi.
La Russia è diventata il principale fornitore di petrolio dell'India dall'inizio della guerra in Ucraina, passando da poco meno di 100.000 barili al giorno prima dell'invasione, pari a una quota del 2,5% delle importazioni totali, a oltre 1,8 milioni di barili al giorno nel 2023, pari al 39%. Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia, nel 2024 il 70% del greggio russo è stato esportato in India.
Il ministro dell'energia indiano Hardeep Singh Puri, agli inizi di luglio, ha difeso le azioni di Nuova Delhi, affermando che hanno contribuito a stabilizzare i prezzi globali ed è stato persino incoraggiato dagli Stati Uniti.
"Se le persone o i Paesi avessero smesso di comprare in quella fase, il prezzo del petrolio sarebbe salito a 130 dollari al barile. Questa è stata una situazione in cui ci è stato consigliato, anche dai nostri amici negli Stati Uniti, di acquistare petrolio russo, ma entro il tetto di prezzo", ha detto Singh Puri.
In questa fase ogni previsione potrebbe essere azzardato, in merito alle decisioni dell'India, che però potrebbe anche utilizzare la questione dell'acquisto di petrolio russo come una pedina nello scenario dei dazi di Trump.
Come non vengono sottolineate le difficoltà che dovrebbe affrontare New Delhi nel momento in cui dovesse andare sul mercato internazionale (Iran compreso) per acquistare il petrolio necessario a pareggiare la perdita di quello russo.
Il blocco OPEC+ ha concordato ieri di aumentare la produzione di 547.000 barili al giorno a settembre, mentre aumentano le preoccupazioni per potenziali interruzioni dell'approvvigionamento legate alla Russia.