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Papa Francesco ai giornalisti: “Comunicare è uscire da sé stessi. A patto che sia vero”

Redazione
 

Nell’Aula Paolo VI, gremita di operatori dell’informazione provenienti da tutto il mondo per il Giubileo della Comunicazione, Papa Francesco ha rivolto un saluto spontaneo mettendo da parte il discorso preparato. “Grazie del vostro lavoro, è importante. A patto che sia vero”, ha detto ai presenti, sottolineando il valore del giornalismo come strumento di costruzione sociale ed ecclesiale.
Nel testo scritto, consegnato ai partecipanti, il Pontefice ha ribadito la necessità di difendere la libertà di stampa e ha ricordato i reporter morti in guerra, definendo il 2024 uno degli anni più letali per la professione. “Voglio prima di tutto dire grazie a tutti gli operatori della comunicazione che mettono a rischio la propria vita per cercare la verità e raccontare gli orrori della guerra”, ha dichiarato, citando i 120 giornalisti uccisi secondo la Federazione internazionale dei giornalisti.

Papa Francesco ai giornalisti: “Comunicare è uscire da sé stessi. A patto che sia vero”

Francesco ha anche chiesto la liberazione dei reporter detenuti ingiustamente, facendo riferimento al rapporto di Reporter Senza Frontiere che denuncia circa 500 giornalisti incarcerati. “In questo Giubileo della comunicazione, chiedo a chi ha potere di farlo che vengano liberati tutti i giornalisti ingiustamente incarcerati. La loro libertà è libertà per ognuno di noi”, ha affermato, auspicando l’apertura di una “porta” verso la loro scarcerazione.
Un appello è stato rivolto anche alla responsabilità del giornalismo nell’era della disinformazione: “Un’informazione libera, responsabile e corretta è un patrimonio di conoscenza, di esperienza e di virtù che va custodito e promosso. Senza questo, rischiamo di non distinguere più la verità dalla menzogna”. Ha poi esortato i comunicatori a esercitare il loro mestiere con integrità: “Il vostro lavoro costruisce la società e la Chiesa. Ma tu sei vero? Non solo quello che dici, ma tu, nel tuo interiore, sei vero?”.
Francesco ha messo in guardia dall’“intossicazione digitale” causata dall’eccessivo scrolling sui social media, parlando di “putrefazione cerebrale” che colpisce in particolare i giovani. Ha chiesto un’alfabetizzazione mediatica che promuova il pensiero critico e un impegno da parte di imprenditori e ingegneri informatici “coraggiosi” affinché la bellezza della comunicazione non venga corrotta.
L’incontro è stato preceduto da un dialogo tra Maria Ressa, premio Nobel per la Pace 2021, e lo scrittore irlandese Colum McCann, moderato da Mario Calabresi. A chiudere, un’esibizione del violinista Uto Ughi con la sua orchestra, con brani di Bach e Piazzolla, autore argentino molto apprezzato dal Papa.

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