Innovation

Panetta: “Serve un’Europa dell’Innovazione per tornare a crescere”

Demetrio Rodinò
 
Panetta: “Serve un’Europa dell’Innovazione per tornare a crescere”

“Riportare l’innovazione al centro del sistema economico europeo” è la chiave per rilanciare la crescita e affrontare le sfide globali. È il messaggio chiaro e diretto lanciato dal Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenuto alla conferenza “Competitività e innovazione: la risposta europea”, organizzata congiuntamente dalla Banca d’Italia e dalla Banca europea degli investimenti.

Panetta: “Serve un’Europa dell’Innovazione per tornare a crescere”

Panetta ha offerto una lettura lucida delle fragilità strutturali del vecchio continente: produttività stagnante, ritardo tecnologico e difficoltà a mobilitare capitali privati nei settori ad alto potenziale. “Il confronto con gli Stati Uniti è impietoso”, ha affermato, “ed evidenzia la necessità di un cambio di passo deciso: l’Europa deve scommettere sull’innovazione come pilastro di un nuovo modello di crescita".

L’intervento dello Stato, ha sottolineato Panetta, deve articolarsi lungo tre direttrici strategiche:

- Finanziare la ricerca di base e il trasferimento tecnologico, stimolando la connessione tra università e imprese.
- Orientare la domanda pubblica verso tecnologie avanzate, con appalti e sussidi mirati.
- Attivare capitali privati, riducendo il rischio percepito e creando ecosistemi di innovazione.

Un esempio virtuoso arriva dagli Stati Uniti, dove la quota di brevetti legati a ricerca finanziata pubblicamente è passata dal 3% del 1945 al 30% nel 2010. E ancora, modelli come le agenzie ARPA americane (Advanced Research Projects Agencies) mostrano come fondi pubblici possano catalizzare innovazioni ad alto rischio, spesso trascurate dai mercati tradizionali.

In Europa, l’analogo European Innovation Council (EIC), con i suoi programmi Pathfinder e Transition, rappresenta un primo passo importante ma ancora insufficiente: meno di 400 milioni di euro l’anno, a fronte dei 7 miliardi di dollari statunitensi.

Il Governatore ha puntato il dito anche contro le debolezze italiane: l’Italia investe in università solo l’1% del PIL, circa un terzo in meno della media europea. Un dato che penalizza il trasferimento tecnologico e la creazione di nuove imprese.

“Non si tratta solo di spendere di più, ma di spendere meglio”, ha sottolineato Panetta, invocando una razionalizzazione degli investimenti attraverso il rafforzamento dei centri di eccellenza e la valorizzazione dei poli minori attraverso reti di collaborazione.

Il discorso si è poi spostato su un tema ricorrente nelle analisi economiche europee: la frammentazione del mercato dei capitali. Per Panetta, è “urgente” completare l’Unione dei mercati dei capitali, in modo da canalizzare il risparmio privato verso progetti ad alto impatto tecnologico e sociale.

Senza un sistema efficiente di finanziamento dell’innovazione – ha ammonito – le imprese europee rischiano di restare ai margini della competizione globale, soprattutto su fronti decisivi come l’intelligenza artificiale, la transizione green e la difesa.

Infine, Panetta ha insistito sull’effetto moltiplicatore di una strategia pubblica ben disegnata: “L’intervento iniziale può innescare un circolo virtuoso: nuove idee generano nuove imprese, che a loro volta attraggono talenti e creano economie di agglomerazione. È così che si costruisce un ecosistema innovativo robusto e durevole”.

Nel suo intervento, il Governatore ha tracciato una roadmap ambiziosa ma necessaria, che pone al centro la collaborazione tra pubblico e privato, la valorizzazione della ricerca scientifica e la mobilitazione di capitali per rilanciare la competitività dell’Europa.

Un appello che suona come un monito per i governi dell’UE e un invito ad agire con visione e determinazione. Perché, come ha concluso Panetta, “solo una rinnovata spinta all’innovazione potrà garantire una crescita duratura e un ruolo di leadership per l’Europa nel nuovo ordine globale”.

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