Due biscotti al cioccolato con della candida crema in mezzo: cosa c'è di più semplice? Lo facevano le nostre nonne. Stesso concetto, ingredienti diversi, magari sostituendo alla crema un leggero strato di marmellata, o anche solo del burro ''impreziosito'' da una spolverata di zucchero. Bei tempi, quelli andati, quando un biscotto era solo un biscotto e non invece la materia (potenzialmente con enormi conseguenze economiche per chi dovesse soccombere) di un contenzioso che farà finire in un'aula di giustizia il produttore dello snack Oreo e la catena tedesca (ma presente in molti Paesi) di supermercati Aldi, che ha sugli scaffali un prodotto che, a quello originario, somiglia molto, anzi, per dirla tutto, forse anche troppo.
È duello all'ultimo biscotto: Aldi in tribunale, accusata di avere copiato Oreo
Mondelēz International, l'azienda produttrice di Oreo, ha intentato una causa negli Stati Uniti contro la catena di supermercati low cost Aldi, accusandola di aver copiato "palesemente" la confezione dei suoi famosi snack. Nei documenti depositati in tribunale, a corredo della denuncia, Mondelēz International afferma che Aldi utilizza imballaggi simili, che probabilmente mirano a "ingannare" i consumatori e a "sfruttare l'attrattiva, la fama e il prestigio" dell'azienda.
Insomma, un giochetto di prestigio per proporre, all'acquirente, un prodotto che, più che imitare quello originario, lo ripropone con la stessa immagine e gli stessi componenti, in modo da spingere all'acquisto. Per Mondelēz International non è solo una questione di principio, ma anche per la tutela dei suoi marchi (ne ha di molto famosi, soprattutto negli Stati Uniti, mercato di riferimento: Wheat Thins, Nutter Butter, Chips Ahoy! e Ritz), che già, a suo dire, sono oggetto di imitazione da parte di Aldi, che vende le sue ''versioni" a prezzi scontati. Mondelēz, che ha intentato la causa a maggio, ha affermato di aver contattato più volte Aldi in merito alle "confezioni confondibilmente simili".
Sebbene Aldi abbia interrotto o modificato il confezionamento di alcuni prodotti, il supermercato ha continuato a produrne "copie inaccettabili", si legge nella denuncia. L'azienda ha affermato che, se ad Aldi fosse consentito continuare a proporre le sue linee di prodotti, ciò danneggerebbe "irrimediabilmente" il marchio Mondelēz. Anche perché, se Aldi dovesse uscire vincitrice, o non sconfitta, dal processo, nulla le impedirebbe di replicare la sua operazione con prodotti di altri.
Ecco perché, negli Stati Uniti, il processo sta meritando l'attenzione di altri colossi del settore alimentare, che temono che, in caso di sconfitta di Mondelēz, si aprirebbe una corsa all'imitazione. Nella causa, Aldi è accusata di violazione di marchio, concorrenza sleale e arricchimento ingiusto, con Mondelēz che ha accompagnato la denuncia con la richiesta di un risarcimento dei danni. Perché, a suo giudizio, il modello di business di Aldi è incentrato su "prodotti a marchio privato a basso prezzo che ricordano l'aspetto e la sensazione dei marchi noti".
Se si pensa che solo negli Stati Uniti Aldi, che è una catena dal cuore economico e cervello tedeschi, ha oltre 2.500 punti vendita si può comprendere quanto il problema sia grande e complesso. Non è la prima volta che Aldi si trova coinvolta in una battaglia legale per violazione di marchio. All'inizio di quest'anno, ha perso una battaglia con il produttore di sidro Thatchers, che ha accusato il supermercato di aver copiato la sua bevanda "nel gusto e nell'aspetto".