La Banca d’Italia ha pubblicato oggi il Rapporto sull’Open Banking in Italia, il nuovo numero della collana Mercati, infrastrutture, sistemi di pagamento, a cura di Carlo Cafarotti e Ravenio Parrini. Il documento analizza lo sviluppo dell’Open Banking nel nostro Paese tra il 2020 e il primo semestre 2024, evidenziando progressi significativi sul piano tecnico e regolamentare ma anche una diffusione ancora limitata, con appena lo 0,13% dei bonifici online effettuati tramite questi canali.
Open Banking, l’Italia accelera ma resta indietro nel retail
L’indagine, basata sui dati di vigilanza e sulle segnalazioni delle piattaforme di sistema (CBI Globe, Cedacri, Fabrick e Nexi-Sia), mostra una crescita sostenuta del traffico API: nel 2023 le chiamate sono aumentate del 52,3% rispetto all’anno precedente, confermando la dinamicità del settore. I servizi informativi (AIS) e quelli dispositivi (PIS) hanno mantenuto un rapporto stabile di 7 a 1, con un incremento del valore medio delle transazioni fino a 2.200 euro nel primo semestre 2024, segnale di una concentrazione crescente nel comparto corporate.
Le imprese, infatti, stanno sfruttando l’integrazione tra conti bancari e software ERP per automatizzare riconciliazioni, tesoreria e pagamenti, mentre il segmento retail appare ancora marginale. A pesare sono la concorrenza di strumenti consolidati come carte e digital wallet, prestazioni tecniche non sempre ottimali e l’assenza di una proposta di valore chiara per il consumatore.
Anche dal punto di vista geografico, l’analisi evidenzia un mercato fortemente domestico, tra le 20 terze parti (TPP) italiane abilitate, solo una opera oltreconfine, a fronte di una diffusa internazionalizzazione dei competitor europei, in particolare francesi, lituani e irlandesi. Il 59,7% degli accessi informativi e il 79,2% dei pagamenti generati in Italia provengono da operatori nazionali, segno di una prevalenza interna ma anche di una scarsa apertura verso l’esterno.
Sul piano tecnico, il rapporto registra un netto miglioramento delle performance, il tasso medio di errore delle interfacce API è sceso sotto il 5%, con tempi di risposta stabilizzati tra 600 e 700 millisecondi. Tuttavia, la qualità resta disomogenea tra i diversi operatori, riflettendo differenze infrastrutturali e di carico di rete.
Secondo la Banca d’Italia, le prospettive di crescita dipenderanno dall’attuazione della nuova direttiva europea PSD3 e dal regolamento PSR, che mirano a migliorare qualità, sicurezza e interoperabilità dei servizi. Cruciale sarà anche la spinta derivante dal nuovo schema SEPA Payment Account Access (SPAA), che introduce modelli di remunerazione più equilibrati per favorire investimenti e innovazione.
L’Italia, dunque, appare in una fase di consolidamento, l’Open Banking cresce nelle imprese e nei pagamenti B2B, ma resta indietro tra i consumatori.