Foto: Gage Skidmore - CC BY-SA 2.0
Anche se gli investigatori dicono di avere fatto grandi passi in avanti nelle indagini, restano ancora molte zone d'ombra nella ricostruzione delle fasi dell'uccisione di Charlie Kirk, l'attivista conservatore trentunenne grande sostenitore del movimento Maga, assassinato ieri, con un colpo di fucile, mentre teneva uno dei suoi affollati incontri con gli studenti, in un ateneo dello Utah.
Omicidio Kirk: dopo il dolore, la retorica e le difficili indagini, partite con qualche inciampo
Mentre le indagini continuano ora a ritmo serrato, dopo un inizio stentato, il partito repubblicano, con Donald Trump, sta già costruendo intorno all'attivista un'aura di martire.
Al punto che Trump ha già annunciato che Kirk sarà insignito della Medaglia della Libertà, la più alta onorificenza di attribuzione presidenziale, con una cerimonia che il presidente vuole dai toni grandiosi.
La corsa alla retorica ha toccato anche il segretario della Difesa, Peter Hegset, che ha dato fondo ai toni aulici: ''I giovani soldati che prestano giuramento mi danno speranza. I giovani poliziotti che indossano il distintivo mi danno speranza. I giovani vigili del fuoco che rispondono alla chiamata mi danno speranza. I giovani agenti che pattugliano il nostro confine mi danno speranza. La vita, l'esempio e persino la morte di Charlie Kirk, seguace di Cristo e patriota americano, mi danno speranza".
Gli investigatori stanno vivisezionando i contenuti dei molti video che, pochi istanti dopo la morte di Kirk, correvano già sulla rete, senza alcun filtro e, quindi, esposti a commenti che spesso hanno travalicato il confine della ragionevolezza, dando il via a interpretazioni più o meno intrise di complottismo.
Nei video si vede Kirk, che indossa una maglietta bianca, seduto un un palco eretto al centro del campus, parlare agli studenti e, all'improvviso, essere scosso, con la testa che ondeggia senza controllo.
Per gli agenti, il colpo - uno solo - che ha raggiunto Kirk al collo è stato sparato da una distanza di circa 180 metri, una distanza ragguardevole, che presuppone che l'assassino sia un tiratore esperto, anche se le condizioni, vedendo i video, sembravano ideali: nessun problema dal sole; poco o nessun vento (il telo a protezione del punto del palco dove l'attivista era seduto è praticamente immobile); punto di appostamento, il tetto di un palazzo, più alto rispetto al bersaglio; una postazione che ha consentito la tradizionale postura dei tiratori scelti: supina, con la possibilità di poggiare gomiti e fucile su basi solide.
Un colpo difficile, come detto, ma non impossibile. Che poi il cecchino abbia sparato un solo colpo, che ha raggiunto al collo il bersaglio, quando probabilmente il proiettile doveva essere destinato alla testa o al torace della vittima, può essere stato determinato da un movimento inatteso di Kirk, come girarsi a guardare qualcuno.
Uno degli investigatori ha riferito che è stato recuperato, in una zona boschiva a poca distanza dal campus, un fucile che, a suo dire, è quello usato dallo sparatore. Si tratta, ha spiegato, di un ''fucile bolt action ad alta potenza''. Si tratta di un'arma, che, dopo avere espulso il proiettile precedente, deve essere caricata, dopo ogni singolo sparo, con un movimento manuale.
È il meccanismo tipico delle carabine.
Le due persone fermare nell'immediatezza dell'omicidio sono state rilasciate, non essendo emerso alcun elemento a loro carico.