I consigli di amministrazione di Nissan e Honda hanno deciso oggi di abbandonare le trattative volte alla fusione delle due società. E' stata quindi confermata l'indiscrezione, che circolava da giorni, sulle insuperabili difficoltà della trattativa che hanno indotto i vertici delle sue case automobilistiche giapponesi a fermare il tentativo di fusione. A dare per primi la notizia sono stati la TBS e il quotidiano economico Nikkei, poche ore prima che fosse confermata dai dirigenti.
Fallisce il tentativo di fusione tra Nissan e Honda
Il fallimento delle trattative sarebbe da mettere in relazione alle divergenze tra le due società in merito alla struttura proprietaria dell'ipotetica joint venture. Secondo i media giapponesi, Honda si è detta scontenta anche dell'andamento del piano di ristrutturazione di Nissan per superare le sue difficoltà finanziarie, che prevede una riduzione del 20% della produzione globale e la riduzione di 9.000 posti di lavoro.
Dopo la Toyota, Honda è la seconda casa automobilistica giapponese per volume di vendite, mentre Nissan è la terza. Se il progetto di fusione fosse andato avanti, il cui completamento era previsto per il 2026, avrebbe dato vita al terzo produttore automobilistico al mondo.
Oggi il CEO di Honda, Toshihiro Mibe, ha attribuito il fallimento dei colloqui alle divergenze tra le due aziende sulla creazione di un "sistema di governance unificato" e sullo scambio di azioni.
Mibe si è comunque rammaricato del fatto che entrambe le aziende non siano riuscite a fare progressi nelle trattative che, se concluse, "avrebbero portato enormi benefici" a Honda e Nissan e avrebbero portato alla creazione del terzo produttore di automobili al mondo per volume di vendite.
"Ma questa integrazione ha richiesto un processo decisionale rapido, deciso e doloroso", ha affermato Mibe nella sua apparizione telematica.
Secondo Mibe, Honda era anche "preoccupata" per i problemi di gestione che avrebbero potuto sorgere dalla presenza di rappresentanti di entrambe le aziende nel consiglio di amministrazione dell'ipotetica joint venture, con i dirigenti di Honda Motor in maggioranza.
Mibe ha anche negato che Honda abbia fatto pressioni su Nissan affinché accelerasse il piano di ristrutturazione che l'azienda sta attuando per superare le sue difficoltà economiche, che prevede una riduzione del 20% della produzione globale e la riduzione di 9.000 posti di lavoro. Il CEO di Nissan Motor, Makoto Uchida, è stato molto chiaro quando ha dichiarato che l'azienda ha rifiutato di diventare una sussidiaria di Honda.
Uchida ha fornito queste spiegazioni in merito al fallito progetto di fusione.
Il CEO di Nissan si è detto dispiaciuto per il fallimento di un progetto che avrebbero creato "sinergie significative" e portato alla creazione del terzo produttore di automobili al mondo per volume di vendite.
Uchida ha affermato che, nonostante le due società avessero inizialmente concordato di negoziare la creazione di una joint venture, Honda "ha proposto di modificare la struttura di integrazione in quella di uno scambio di azioni".
La Nissan ha preso in considerazione questa decisione "ma alla fine ha concluso che non poteva essere accettata".