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Toccare e non palpare e stando in silenzio: ecco la regola aurea del molestatore sessuale

Barbara Leone
 
Toccare e non palpare e stando in silenzio: ecco la regola aurea del molestatore sessuale

Si parla tanto di giustizia creativa, magari prendendo esempio da quella anglosassone e auspicando che i giudici facciano il loro compito non legandosi troppo alla formulazioni delle leggi e, quindi, attribuendosi la possibilità di interpretarle a seconda del momento storico e dell'evoluzione della società. Ma, a leggere certe sentenze, il dubbio che si sia perso il lume della ragione sembra prevalere.

Toccare e non palpare e stando in silenzio: ecco la regola aurea del molestatore sessuale

Nel tempo abbiamo letto motivazioni surreali, futuristiche, persino capaci di farci sorridere. Ma quella che ha mandato assolto un docente del Policlinico di Catania, Santo Torrisi, oggi sessantottenne, rischia di batterle tutte perché, per giustificare le sue conclusioni assolutorie rispetto ad accuse di ripetuti approcci sessuali non graditi da alcune studentesse, il tribunale ha invaso altri campi, a cominciare da quello (lo confesso, non ho idea se ci sia una branca della fisica che lo studi) che misura l'intensità di una pressione esercitata. In questo caso, quanto e in che misura il suddetto professore, nel mettere le mani addosso ai seni delle sue ''vittime'', abbia premuto.

 E, per i giudici, è un argomento dirimente, perché, hanno sostenuto nella sentenza di assoluzione, che lui, Torrisi, ha solo poggiato le mani, non palpando, non spremendo, non... ecco, so proprio cosa dire altro. Quindi, per il tribunale di Catania, poggiare e non tastare è il confine tra un abuso sessuale e l'innocente giochetto di un signore che, facendo valere il suo ruolo (lui docente, le vittime - a questo punto presunte, visto il giudizio del tribunale - studentesse), ha fatto, più volte, qualcosa è solo ributtante, considerato che nessuna tra le giovani ha dato il suo assenso, ma non penalmente rilevante. Ma la cosa che più sorprende nella sentenza è che per i giudici il prof.Torrisi ha effettivamente tastato parti del corpo delle sue vittime, rilevando un ''comportamento predatorio'' e ''ossessivo''. Ma, per il tribunale, ''permangono dei dubbi sulla effettiva invasione della sfera sessuale e del dolo''. Una delle denuncianti ha detto che il professore l'ha toccata con la scusa di farle gli auguri, ma per il tribunale ''appare poco verosimile che, volendole palpare una zona erogena, il docente non abbia fatto alcuna allusione sessuale''. Ma ha palpato solo appoggiando i palmi delle mani, ma non utilizzando ''le dita''.

Da quello che si sa, la procura di Catania proporrà appello. Quindi, questa storia potrebbe non finire qui. Intanto, mentre si apprende che il prof.Torrisi è stato licenziato e sta cercando, con un percorso personale, di riappropriarsi della sua dignità, qualche considerazione me la concedo. Ma, piuttosto che fare delle asserzioni, vorrei porre delle domande. Quali conoscenze hanno i giudici per valutare il comportamento dell'imputato, sapendo che, trascrivo pedissequamente, ''la pressione in fisica è una grandezza che misura l'azione della forza agente perpendicolarmente su una superficie, rispetto all'unità di superficie sulla quale viene esercitata''? Cioè, d'ora in avanti, le vittime di palpeggiamenti devono munirsi, preventivamente, di uno strumento per misurare la forza usata dal molestatore? Come hanno fatto ad avere certezza che l'imputato non abbia usato i polpastrelli una volta ''ingabbiato'' nella sua mano i seni delle presunte vittime? Come hanno separato il gesto, volgare (su questo speriamo concordino i giudici), dal fatto che, facendolo, l'imputato non ha detto di volere avere un rapporto sessuale, indicando, ai futuri ''manipolatori amanuensi'' , la strada del silenzio per evitare incriminazione e condanna? Infine, essendo donne due dei tre giudici: se domani un uomo, facendo leva su una condizione professionale dominante, vi toccasse il seno senza profferire parola, ma stracciando la vostra dignità, lo mandereste assolto?

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