L’Europa continua a esercitare una forza magnetica sui grandi patrimoni internazionali. È quanto emerge dalla seconda edizione dell’European Lifestyle Report di Knight Frank, che fotografa le nuove rotte della mobilità dei cosiddetti High Net Worth Individuals, persone con un patrimonio netto superiore al milione di dollari.
Milano in vetta al mercato immobiliare europeo con +7%
L’indagine, rilanciata dal portale Idealista e condotta su oltre 700 milionari e multimilionari provenienti da undici Paesi, delinea un quadro netto: il Vecchio Continente si conferma il principale punto di approdo per chi cerca stabilità politica, benefici fiscali e uno stile di vita che coniuga qualità dei servizi, cultura e prestigio. Le ragioni di questa attrattività risiedono soprattutto in tre direttrici. Da un lato, le riforme fiscali stanno ridisegnando la mappa delle residenze dei più abbienti.
L’abolizione del regime dei non-dom in Regno Unito, le modifiche alla flat tax in Italia e le proposte di revisione fiscale in Svizzera e Germania spingono i facoltosi a valutare nuove opportunità. Sullo sfondo, un contesto geopolitico instabile, segnato dalle guerre in Ucraina e in Medio Oriente e dalle tensioni crescenti tra Stati Uniti e Cina, che rende l’Europa un porto relativamente sicuro e in apparenza neutrale.
Infine, la qualità della vita resta una carta vincente: dal sistema sanitario avanzato alle infrastrutture digitali, dalle scuole internazionali di alto profilo al patrimonio artistico e paesaggistico che non conosce eguali. In questo scenario l’Italia, pur avendo raddoppiato la flat tax per i nuovi residenti – passata da 100 mila a 200 mila euro annui – continua a essere tra le destinazioni più competitive.
La certezza normativa, la posizione geografica strategica e l’appeal intramontabile del lifestyle mediterraneo restano elementi decisivi. Il termometro più immediato di questa tendenza è il mercato immobiliare. Milano guida la classifica con una crescita del sette per cento nei prezzi degli immobili di lusso nel 2025, collocandosi accanto a Londra e Lisbona tra le capitali più ricercate dagli investitori, in particolare da Regno Unito, Svezia e Paesi Bassi.
La Toscana, con un incremento del cinque per cento nelle abitazioni di pregio, si conferma rifugio senza tempo per acquirenti britannici, americani e svizzeri, attratti dalla combinazione di autenticità, bellezza paesaggistica e dolcezza di vita. Il Lago di Como, ormai consacrato hub internazionale, registra un aumento del 3,8 per cento nei valori prime e un numero crescente di transazioni, soprattutto con clienti provenienti da Stati Uniti, Svizzera e Regno Unito. Ma l’interesse degli investitori non si limita alle residenze urbane o turistiche.
Cresce la domanda di vigneti e proprietà agricole di pregio, considerate veri e propri “legacy asset”, beni che uniscono redditività economica, identità culturale e uno stile di vita radicato. La ricerca individua Toscana, Piemonte e Puglia come poli principali di questa tendenza, grazie alla produzione vinicola e olivicola di eccellenza che garantisce un ritorno non solo finanziario ma anche simbolico.
Se Milano rappresenta la locomotiva del real estate e la Toscana il rifugio bucolico dei super-ricchi, Roma rafforza la sua centralità su un altro fronte: quello educativo. La capitale ospita la prestigiosa St. George’s British International School, che attira famiglie facoltose e diplomatici da tutto il mondo. L’offerta formativa internazionale contribuisce a consolidare il ruolo di Roma non solo come meta culturale e turistica, ma anche come polo per l’educazione d’élite. Le nuove regole fiscali introdotte dall’Italia, lungi dal frenare, hanno alimentato l’interesse. La flat tax da 200 mila euro rimane concorrenziale, soprattutto se confrontata con le alternative europee. Le recenti norme su trust ed eredità hanno introdotto maggiore trasparenza e certezza legale, mentre il capital gains step-up garantisce vantaggi significativi ai non residenti che decidono di trasferire qui la propria residenza. Anche la stretta sullo ius sanguinis, che ha reso più selettivo l’accesso alla cittadinanza per discendenza, non ha inciso sull’attrattiva complessiva del Paese.
Dallo studio emergono inoltre alcune tendenze che attraversano trasversalmente le scelte degli HNWI: la fiscalità resta il primo fattore di decisione, indicato dal 59 per cento degli intervistati, cresce l’interesse verso i programmi di Golden Visa soprattutto tra i millennials, lo smart working si conferma leva di mobilità con il 63 per cento dei super-ricchi che lavora da remoto per oltre metà della settimana, e si diffonde la relocation graduale, con affitti temporanei prima di un eventuale acquisto. A tutto questo si aggiunge un requisito ormai imprescindibile: la connettività.
Ben il 71 per cento considera la fibra ultraveloce un elemento essenziale per decidere dove stabilirsi. “Mai come oggi i ricchi stanno esercitando con urgenza la possibilità di spostarsi, non è un semplice cambiamento demografico, ma un vero riassetto della geografia della ricchezza globale”, osserva Kate Everett-Allen, responsabile della ricerca internazionale di Knight Frank. Una visione condivisa da Bill Thomson, a capo del network italiano della società, secondo cui “l’Italia, con il suo equilibrio tra competitività fiscale e lifestyle mediterraneo, resta tra le mete più desiderate. Milano, la Toscana e il Lago di Como non sono solo luoghi iconici: sono diventati hub per famiglie e investitori alla ricerca di autenticità, sostenibilità e mobilità”. Un ritratto, insomma, che conferma come il Belpaese, pur tra nuove regole e sfide globali, rimanga una delle destinazioni più seducenti per chi, potendo scegliere, considera il lusso non solo questione di denaro ma di radici, cultura e bellezza quotidiana.