La messa in stato d'allerta di 700 marines per farli intervenire a Los Angeles, ufficialmente per proteggere gli edifici federali, rischia di essere un azzardo per Donald Trump che ha scatenato una vera e propria crociata contro la megalopoli californiana, ormai un simbolo della ribellione contro le modalità con le quali i migranti irregolari vengono braccati ed arrestati anche sui posti di lavoro.
Migranti, schierare i Marines a Los Angeles: l'ennesimo azzardo di Trump
Le proteste a Los Angeles sono sfociate in violenze di strada, con centinaia di personale a manifestare, anche con lancio di oggetti e petardi contro gli agenti, che a loro volta hanno reagito usando granate stordenti, proiettili di gomma (ne hanno fatto le spese anche alcuni giornalisti che stavano seguendo i disordini), spray al peperoncino.
Ma la risposta decisa della polizia di Los Angeles (che dipende dall'amministrazione locale, come accade in America) non sembra bastare a Trump che ha dapprima ordinato il dispiego della Guarda Nazionale (formata da riservisti) e ora ha mobilitato i Marines, circa 700 militari di stanza in California.
Si tratterebbe della prima applicazione di un principio al quale Trump tiene molto: schierare l'esercito sul suolo, appellandosi ad una legge che lo consente in caso di insurrezione armata. Che è cosa ben diversa dalle proteste di Los Angeles. E solo appellandosi all'Insurrection Act che i Marines potrebbero svolgere attività di polizia, per come forse spererebbe Trump.
Che tutto si stia riducendo a mosse e contromosse politiche lo confermano le dichiarazioni del portavoce della Casa Bianca, Steven Cheug, che, in merito ad un sondaggio che mostrava che il 54% degli americani approvava il programma di deportazioni di Trump, ha scritto su X : "E il tasso di approvazione sarà ancora più alto dopo che la guardia nazionale è stata inviata a Los Angeles per reprimere la violenza questo fine settimana".
Ma il fatto che la maggior parte degli americani disapprovi le violenze di Los Angeles non significa che sarebbero d'accordo con Trump nella deriva muscolare dell'Amministrazione.
E, restando in tema di sondaggi, da sempre gli americani mostrano di non volere che i militari vengano mandati a pattugliare le strade.
Nel sondaggio CBS News/YouGov , condotto prima dello scoppio delle proteste di sabato a Los Angeles, gli americani hanno dichiarato di approvare il programma di deportazione di Trump con il 54% contro il 46%. Ne hanno apprezzato anche gli "obiettivi" con il 55% contro il 45%.
Ma questo non equivale esattamente a dire che approvavano le azioni dell'amministrazione.
Lo stesso sondaggio chiedeva se alla gente piacesse "il modo in cui [Trump] sta affrontando" le deportazioni. E in effetti, gli americani hanno espresso disapprovazione per il suo approccio con una percentuale a due cifre, 56% contro 44%.
Mentre gli indipendenti erano equamente divisi sul programma di deportazione di Trump, il loro parere era negativo per 30 punti percentuali (65-35%), sul modo in cui lo ha gestito.