Economia

Meta vola sull’AI, ricavi record a 51 miliardi, ma pesa la tassa straordinaria da 15,9 miliardi

Redazione
 
Meta vola sull’AI, ricavi record a 51 miliardi, ma pesa la tassa straordinaria da 15,9 miliardi

Meta chiude il terzo trimestre 2025 con risultati operativi eccezionali, trainati dalla crescita del business pubblicitario e dall’espansione dei suoi progetti di intelligenza artificiale, ma con un utile netto zavorrato da una maxi-tassa non ricorrente. Il fondatore e CEO Mark Zuckerberg ha parlato di “un trimestre forte per il business e per la community”, sottolineando che Meta Superintelligence Labs è partita alla grande e che “i prossimi anni potrebbero essere i più entusiasmanti della nostra storia”, grazie alla leadership del gruppo nel settore degli occhiali intelligenti basati su AI.

Meta vola sull’AI, ricavi record a 51 miliardi, ma pesa la tassa straordinaria da 15,9 miliardi

I ricavi del gruppo sono balzati a 51,24 miliardi di dollari, con un incremento del 26% su base annua (25% a cambi costanti), sostenuti da un aumento del 14% delle impression pubblicitarie e da un rialzo del 10% del prezzo medio per annuncio. La base utenti attiva giornaliera, la cosiddetta Family daily active people, ha raggiunto 3,54 miliardi di persone a settembre, in crescita dell’8% rispetto al 2024.

Tuttavia, a fronte di questi numeri record, Meta ha registrato un utile netto di “soli” 2,71 miliardi di dollari, dopo aver contabilizzato un onere fiscale una tantum di 15,93 miliardi legato all’introduzione del One Big Beautiful Bill Act e alla conseguente applicazione della Corporate Alternative Minimum Tax statunitense. Escludendo questo effetto non ricorrente, l’utile netto sarebbe stato di 18,64 miliardi, con un utile per azione diluito (EPS) di 7,25 dollari, invece di 1,05. Il tasso effettivo di tassazione sarebbe sceso al 14%, contro l’87% riportato.

Le spese totali sono salite a 30,71 miliardi (+32%), spinte dagli investimenti in infrastrutture e sviluppo di intelligenza artificiale. I capital expenditure ammontano a 19,37 miliardi di dollari, mentre il flusso di cassa operativo ha toccato i 30 miliardi, con un free cash flow di 10,62 miliardi. A fine settembre, la liquidità disponibile, tra cassa, equivalenti e titoli negoziabili, ammontava a 44,45 miliardi. La forza lavoro è cresciuta a 78.450 dipendenti, +8% in un anno, segno dell’espansione nei laboratori AI e nei team tecnici.

Per il quarto trimestre 2025, Meta prevede ricavi compresi tra 56 e 59 miliardi di dollari, con un leggero effetto positivo (circa +1%) dovuto ai cambi. L’azienda si attende una prosecuzione della crescita del business pubblicitario, compensata in parte dal rallentamento della divisione Reality Labs, che nel 2024 aveva beneficiato del lancio del visore Quest 3S.

Guardando al 2026, il management ha annunciato un piano di investimenti “aggressivo” per ampliare la capacità computazionale necessaria a sostenere lo sviluppo dei nuovi modelli di intelligenza artificiale. Le spese in conto capitale cresceranno in modo significativo, sia per l’espansione delle infrastrutture proprietarie sia per i contratti con provider cloud esterni. Aumenti rilevanti sono attesi anche nei costi del personale, in particolare per la nuova ondata di assunzioni di talenti AI.

Zuckerberg ha definito questa fase “un punto entusiasmante per la storia di Meta”, sottolineando che l’azienda dispone ora “della pista di decollo per migliorare i servizi esistenti e creare nuove esperienze basate sull’intelligenza artificiale che cambieranno il modo in cui le persone interagiscono con i nostri prodotti”.

Resta tuttavia l’ombra delle sfide legali e regolatorie. L’azienda continua a dialogare con la Commissione europea sul tema delle Less Personalized Ads, mentre negli Stati Uniti si prepara ad affrontare nel 2026 una serie di processi legati alla tutela dei minori online. Meta guarda al futuro con fiducia, ma consapevole che le sue prossime mosse si giocheranno tra innovazione e compliance, tra il potere della tecnologia e il peso della regolazione.

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