Giorgia Meloni ha colto l'occasione dell'Abu Dhabi Sustainability Week, in corso nella capitale degli Emirati Arabi, per ribadire la sua posizione, che è quella di una ricerca di ''occasioni di confronto e di dialogo sulle migliori soluzioni che possiamo mettere al servizio di una sfida epocale come la transizione energetica''.
Rivolgendosi alla platea, il presidente del consiglio, dopo avere ammesso che molti dei traguardi della Cop 28 di Dubai ''sono ancora lontani dall’essere raggiunti'', ha aggiunto che, se questo ''non deve intimorirci né indurci a indietreggiare'', impone comunque di elaborare ragionamenti seguendo ''schemi nuovi'', cioè ''superando l’anacronistica divisione tra Nazioni sviluppate e Nazioni emergenti, per condividere il più possibile le responsabilità e il percorso intrapreso'' e quindi ''rifiutando l’approccio ideologico a una materia che non ha nulla a che fare con l'ideologia''.
Transizione energetica, Meloni: "No alla decarbonizzazione se diventa desertificazione economica"
Per Giorgia Meloni gli obiettivi per una nuova capacità di generazione di energia rinnovabile entro il 2030 non possono essere raggiunti ''se continueremo ad inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica o ad accantonare per motivi ideologici soluzioni che invece possono essere utili per costruire una valida alternativa all’approvvigionamento da fonti fossili''.
Il presidente del consiglio italiano ha per questo fatto appello al pragmatismo, davanti ad una popolazione mondiale che raggiungerà gli 8,5 miliardi entro il 2030 e ad un il PIL globale raddoppierà nel prossimo decennio.
''Ciò - ha detto - spingerà inesorabilmente al rialzo la domanda di energia, anche per il crescente fabbisogno richiesto dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, perché algoritmi sempre più sofisticati e performanti richiedono quantità di energia sempre più imponenti. Riflettete un secondo su ciò che accade ogniqualvolta rivolgiamo una domanda ad una chatbot basata sull’intelligenza artificiale: l’energia consumata è 15 volte superiore a quella necessaria per una semplice ricerca online. Già oggi i data center consumano circa l’1% dell’elettricità globale. Questa percentuale è destinata inevitabilmente a salire, con una domanda crescente che si sommerà a quella tradizionalmente richiesta dal settore industriale e manifatturiero. Il combinato disposto tra questi due fattori metterà ulteriormente sotto pressione le reti elettriche e le infrastrutture energetiche. Il futuro della transizione energetica e della digitalizzazione dipenderà, dunque, dalla capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione''.
Meloni, auspicando un ''mix energetico equilibrato'' ed alle sperimentazioni in corso, ha detto che ''l'Italia sta facendo la propria parte in questa direzione, e ha per questo ospitato a Roma la prima riunione del Gruppo mondiale per l’energia da fusione promosso dall’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica''.
Ma, ha ammonito, ''se vogliamo che la transizione energetica sia concreta e sostenibile, dobbiamo fare in modo che questo percorso sia accompagnato da un adeguato sostegno infrastrutturale. E io sono convinta che lo sviluppo delle interconnessioni possa essere la chiave di volta di una nuova diplomazia energetica, che sappia moltiplicare le occasioni di cooperazione tra di noi e sia in grado di generare benefici condivisi per tutti''.
Da queste considerazioni Giorgia Meloni ha proposto la candidatura dell'Italia quale ''snodo strategico per i flussi energetici tra l’Europa e l’Africa. Siamo una piattaforma naturale nel Mediterraneo e questo ci offre l’opportunità di essere un hub di approvvigionamento e distribuzione in grado di far incontrare l’offerta, esistente e potenziale, del Continente africano e la domanda europea di energia. È un’ambizione alla quale il Governo italiano sta dando voce anche attraverso il Piano Mattei (il piano di cooperazione con Paesi africani che abbiamo lanciato), che ha tra i suoi pilastri proprio l’energia e contempla anche progetti strategici di connessione''.
Il Mediterraneo, per Giorgia Meloni, ''può diventare lo spazio per costruire molte altre occasioni di cooperazione energetica, rafforzando progetti esistenti e lanciandone di innovativi'', ricordando ad esempio i forti legami tra Italia e Albania, declinati nel tempo anche nei progetti di infrastrutturazione energetica. Come l’interconnessione elettrica che corre per 430 chilometri sui fondali dell’Adriatico e che collega l’Italia al Montenegro e all’area balcanica. Infrastruttura strategica, ha aggiunto, ''che intendiamo rafforzare e rendere ancor più efficiente e competitiva'', ricordando la firma di un quadro di partenariato strategico tripartito per l’avvio di un progetto altrettanto ambizioso tra le due sponde dell’Adriatico.
In chiusura di intervento, Giorgia Meloni ha quindi detto: ''Sappiamo di vivere in un tempo particolarmente complesso, attraversato da trasformazioni epocali. Ora abbiamo una scelta da fare: possiamo subire queste trasformazioni e rimanere inerti, o interpretare queste trasformazioni come opportunità. Io credo fermamente che la strada da seguire sia la seconda. Una strada da percorrere con coraggio e visione, non avendo paura di osare. Perché, come diceva l’economista Julian Simon, 'il migliore carburante per alimentare il progresso mondiale è la nostra scorta di conoscenze, e il freno è la nostra mancanza di immaginazione' ''.