Economia

Il Mef cede il 15% delle azioni MPS, nasce il terzo polo bancario italiano

Redazione
 
Il Mef cede il 15% delle azioni MPS, nasce il terzo polo bancario italiano
''Abbiamo portato a termine un’azione importante come avevamo annunciato nelle sedi istituzionali prevedendo la realizzazione di un’operazione di politica bancaria e finanziaria italiana volta a rafforzare l’azionariato di un player importante nel mercato del credito in modo serio e riservato come da sempre dichiarato in questi due anni di governo'': le parole con le quali (nel comunicato che ha ufficializzato ieri sera la cessione del 15% del pacchetto azionario di Banca Monte dei Paschi di Siena che era nelle mani del Ministero dell'Economia e delle Finanze) Giancarlo Giorgetti ha commentato l'operazione sottolineano la soddisfazione per il buon esito del lavoro sin qui svolto per alleggerire la presenza pubblica in MPS e, soprattutto, rimarcando come i propositi del Governo siano andati a buon fine, operando in modo ''serio e riservato''.
Una condizione che era necessaria per non vanificare come le parti stavano portando avanti una trattativa delicata non solo per i suoi numeri, ma anche perché, sin dal primo manifestarsi dei venti di crisi sulla banca di Siena, il suo futuro era diventato ''anche'' un fattore della politica.
I numeri sono stati ufficializzati già ieri sera.

Il Mef cede il 15% delle azioni BPS, nasce il terzo polo bancario italiano

Il Mef ha ceduto 188.975.176 azioni ordinarie Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., pari al 15% del capitale sociale. Davanti all'enorme interesse per l'annunciata cessione delle azioni nella disponibilità del Mef, l'offerta iniziale del 7% è stata più che raddoppiata, arrivando al 15% (portando quindi la partecipazione del Mef dal 26,7% alll'11,7%). Alla fine, con un corrispettivo per azione è 5,792 euro, il controvalore complessivo è stato di oltre un miliardo e cento milioni di euro. Facendo i conti delle tre cessioni di azioni fatte dal Ministero a partire dal novembre dello scorso anno, il totale dell'operazione parla di 2,7 miliardi di euro, a fronte di un importo dell’aumento di capitale sottoscritto a novembre 2022 di circa 1,6 miliardi di euro.

La nuova composizione delle azioni del MPS vede, quindi, oggi il Mef a 11,7%; con Banco Bpm e Anima (che ha già l’1% del Monte) che alzano il loro pacchetto al 9% avendo accanto, riferisce il Corriere della Sera, Delfin, cassaforte della famiglia Del Vecchio, e il gruppo Caltagirone, con il 3,5% del Monte a testa, investendo nel complesso circa 500 milioni.

Appare evidente che, con la ''redistribuzione'' delle carte in seno all'azionariato in Monte Paschi di Siena, dà al Paese un nuovo protagonista del settore bancario, di fatto un terzo polo destinato a ritagliarsi, nel tempo, uno spazio sempre più ampio. Anche perché le mosse di Delfin e Caltagirone confermano l'attenzione dell'imprenditoria privata nei confronti delle nostre banche. E, nel caso specifico, il rafforzamento del profilo della famiglia Del Vecchio e di Caltagirone in MPS sembrano potere essere un segnale verso l'estero, verso le mire che, magari, qualche banca straniera poteva avere verso l'istituto di Siena, per replicare, in direzione opposta, quanto sta cercando di fare UniCredit nei confronti della tedesca Commerzbank.
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