Economia

Mediobanca tenta l'arrocco su Mps e lancia un'Ops su Banca Generali

Redazione
 
Mediobanca tenta l'arrocco su Mps e lancia un'Ops su Banca Generali

Alberto Nagel lo ha dichiarato sin da subito: l'Ops lanciata da Mediobanca non è difensiva nei confronti di Banca dei Monti di Paschi di Siena, semmai è offensiva. Difficile comunque non catalogare la mossa a sorpresa dell'istituto di Piazzetta Cuccia come un'operazione realizzata per rendere più complicata la scalata della banca senese e per farlo, Mediobanca è disposta a sacrificare la sua posizione di azionista di riferimento in Assicurazioni Generali.

Mediobanca tenta l'arrocco su Mps e lancia un'Ops su Banca Generali

Mediobanca propone infatti un'operazione di scambio dal valore di 6,3 miliardi di euro offrendo 1,70 azioni di Generali per ogni azione Banca Generali ex dividendo e specificando che azioni di Assicurazioni Generali a servizio dell’operazione riverranno dal corrente possesso di Mediobanca.

Come una partita di scacchi, si complica ulteriormente il risiko bancario, con la polarizzazione dei due schieramenti opposti. La mossa dei vertici di Mediobanca potrebbe complicare anche il progetto del Governo che tramite l'Offerta pubblica di scambio di Mps mira a creare un terzo polo bancario in Italia e una presenza di riferimento all'interno del capitale del Leone. Se l'Ops andasse a buon fine, tenendo presente che dovrebbe concludersi prima della chiusura di quella lanciata da Mps, il Governo, con l'eventuale riuscita dell'operazione della banca senese, si troverebbe con una "vittoria di Pirro" perché nel frattempo Mediobanca sarebbe uscita da Generali. E' vero che c'è sempre lo strumento del Golden power, ma dopo le tensioni provocate all'interno della maggioranza sul suo parziale utilizzo sull'offerta lanciata da Unicredit per Banco Bpm, è ora più difficile pensare di replicarlo.

Piuttosto la partita potrebbe giocarsi all'interno di Mediobanca stessa, dove Caltagirone possiede il 5,499% e la Delfin della famiglia Del Vecchio che ha in mano il 19,390%. Insieme possiedono circa il 26%, un pacchetto importante che potrebbe far sentire il suo peso sui destini dell'Ops su Banca Generali quando ci sarà l'assemblea di Mediobanca, il 16 giugno prossimo, chiamata ad approvare l'operazione su Banca Generali. Sul fronte opposto da quello rappresentato da Caltagirone e Delfin, ci sono i soci del Patto di consultazione che tutti insieme rappresentano circa l'11,87% del capitale ed è composto tra gli altri da Gavio, Lucchini e Mediolanum di Massimo Doris.

Alla fine comunque, a decidere del destino dell'Ops lanciata da Mediobanca sarà il mercato visto che oltre il 50% del suo capitale è distribuito tra fondi di investimento e piccoli investitori. Se l'operazione andrà in porto, sancirà la fine di un'epoca della storia finanziaria di questo paese, con l'uscita di Mediobanca dal capitale di Generali. In serata è atteso il Cda di Banca Generali che dovrà esprimersi sull'Ops, tenendo comunque presente che il Consiglio di amministrazione di Generali è stato rinnovato la settimana scorsa ed ha al suo interno 10 consiglieri su 13 indicati dalla lista risultata vincente in assemblea, ovvero quella di Mediobanca.

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