Economia

Mediobanca, il cda segna la fine di un’epoca, Mps prende il controllo e i vertici vendono azioni

Redazione
 
Mediobanca, il cda segna la fine di un’epoca, Mps prende il controllo e i vertici vendono azioni

Si sta svolgendo questa mattina il consiglio di amministrazione di Mediobanca, destinato a sancire la fine di un’era per lo storico “salotto buono” della finanza italiana. Il board approverà il bilancio 2024-2025 e convocherà l’assemblea dei soci per il 28 ottobre, data che segnerà anche il passaggio di consegne alla nuova governance, dopo che l’offerta pubblica di acquisto e scambio di Banca Monte dei Paschi di Siena ha reso quest’ultima azionista di controllo.

Mediobanca, il cda segna la fine di un’epoca, Mps prende il controllo

In quell’occasione i consiglieri, compreso l’amministratore delegato Alberto Nagel, dovrebbero presentarsi dimissionari, rimettendo le deleghe. Entrando in sede né Nagel né il direttore generale Francesco Saverio Vinci hanno voluto rilasciare dichiarazioni.

Intanto, i vertici di Mediobanca hanno iniziato a dismettere quote rilevanti. Renato Pagliaro, presidente di Piazzetta Cuccia, ha ceduto il 17 settembre 100 mila azioni a un prezzo medio ponderato di 21,1743 euro, per un controvalore di circa 2,12 milioni di euro. Lo stesso giorno, Nagel ha venduto un milione di azioni al prezzo medio di 21,306 euro, incassando 21,31 milioni, mentre Vinci ha ceduto 400 mila azioni a 21,3293 euro per un controvalore di circa 8,53 milioni.

Un passaggio storico che non è passato inosservato. Fabrizio Palenzona, presidente di Prelios, ex vicepresidente di UniCredit ed ex consigliere di Mediobanca, ha spiegato che la conquista di Piazzetta Cuccia da parte di Mps rappresenta la fine di un’epoca, richiamando il celebre pensiero attribuito a Enrico Cuccia, secondo cui se era caduto l’Impero romano, non si poteva escludere che accadesse lo stesso anche a Mediobanca. Palenzona ha aggiunto che, dopo le numerose trasformazioni che hanno già interessato il sistema bancario italiano, è plausibile che ora possa aprirsi una fase di maggiore stabilità.

Il destino di Mediobanca, simbolo della finanza italiana del dopoguerra, sembra dunque avviarsi verso una nuova fase sotto la regia di Mps, con la fine del lungo ciclo della gestione Nagel e con un azionariato profondamente rinnovato.

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