I dipartimenti di Stato e della Difesa degli Stati Uniti hanno cercato di organizzare la partenza del personale non essenziale dalle località del Medio Oriente. Anche se non c'è una motivazione ufficiale, per un funzionario della Difesa il Comando centrale degli Stati Uniti (il cuore decisionale ed organizzativo della macchina militare americana) sta monitorando "l'aumento della tensione in Medio Oriente".
Medio Oriente: gli Usa richiamano il personale non essenziale, dopo l'aumento della tensione nella regione
"Li stiamo spostando perché potrebbe essere un posto pericoloso, e vedremo cosa succederà. Ma sono stati, o abbiamo dato loro, un preavviso di sgombero, e vedremo cosa succederà", ha detto il presidente Donald Trump ai giornalisti mercoledì, arrivando a un evento al Kennedy Center.
Le partenze del persona giungono in un momento in cui le tensioni tra Iran e Israele sono recentemente aumentate, mentre l'amministrazione Trump continua a perseguire un nuovo accordo nucleare con l'Iran.
Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, da parte sua, ha autorizzato la partenza volontaria dei militari da diverse località del Medio Oriente.
Il Dipartimento di Stato si starebbe inoltre preparando a ordinare la partenza del personale non essenziale dalle ambasciate statunitensi in Iraq, Bahrein e Kuwait a causa dei crescenti rischi per la sicurezza nella regione.
Verrà inoltre ordinato l'allontanamento del personale non essenziale dal consolato statunitense a Erbil, nel Kurdistan iracheno, anche se fonti irachene hanno affermato che gli spostamenti del personale non hanno nulla a che fare con la situazione della sicurezza nel suo Paese.
Successivamente il Dipartimento ha aggiornato il suo avviso di viaggio aggiungendo che era stata ordinata la partenza del personale governativo statunitense non impegnato in casi di emergenza "a causa delle crescenti tensioni regionali".
Trump ha dichiarato di avere sempre meno fiducia nella possibilità di raggiungere un accordo con l'Iran che limiti le ambizioni nucleari del Paese, affermando in una nuova intervista che Teheran potrebbe "ritardare" la conclusione di un accordo.
"Sono sempre meno fiducioso al riguardo. Sembra che stiano tergiversando, e penso che sia un peccato, ma ora sono meno fiducioso di quanto lo sarei stato un paio di mesi fa", ha detto Trump in un'intervista a un podcast del New York Post, pubblicata ieri mattina.
"È successo loro qualcosa, ma sono molto meno sicuro che si possa raggiungere un accordo", ha continuato, dicendo che era il suo "istinto" a suggerirgli che un accordo si stava allontanando sempre di più.
Il mese scorso, la CNN ha riferito che gli Stati Uniti avevano ricevuto nuove informazioni di intelligence che suggerivano che Israele si stesse preparando a colpire gli impianti nucleari iraniani, secondo diversi funzionari statunitensi a conoscenza delle ultime informazioni.
Due fonti di intelligence hanno affermato che gli Stati Uniti avevano osservato segnali di un atteggiamento militare israeliano, tra cui lo spostamento di munizioni aeree e il completamento di un'esercitazione aerea.