Esteri

Medio Oriente: a Teheran un violino risponde alle bombe

Barbara Leone
 
Medio Oriente: a Teheran un violino risponde alle bombe

Nel cuore di una notte che odora di polvere e paura, mentre il cielo di Teheran si lacera sotto il rombo delle esplosioni e la città trattiene il respiro, un uomo scende in strada. Non ha con sé un’arma, né cerca riparo. Porta soltanto un pezzo di legno e d’anima: un violino. Con passi lenti, Amir Mazrouei si ferma al centro di un viale deserto, tra palazzi sventrati e lampioni tremolanti. Attorno a lui il buio vibra per il fragore dei bombardamenti. Ma Amir non indietreggia. Solleva l’archetto, posa le dita sulle corde e, come se volesse domare il caos con la sola forza della bellezza, comincia a suonare.

Medio Oriente: a Teheran un violino risponde alle bombe

E in quell’istante il tempo si sospende. Non è una scena da film, anche se guardandola riecheggia nella memoria "Il pianista", quando Władysław Szpilman suona tra le rovine di Varsavia. Oppure la struggente orchestra del Titanic, che non abbandona gli strumenti mentre il transatlantico affonda.

Ma qui non siamo in una pellicola. Qui siamo nella realtà, nel mezzo di una guerra lacerante dove la musica, l’arte è, pare essere, l’unica risposta possibile. È grido, protesta, preghiera. È ciò che resta della dignità umana quando tutto il resto crolla. Una dignità che, racchiusa nelle note di un violino solitario, ha fatto il giro del mondo.

Il video di Amir Mazrouei, che da ieri ha cominciato a girare per televisioni e siti, rilanciato in rete con la potenza di una fiamma che si propaga, è immediatamente diventato virale: ha attraversato continenti, schermi, cuori.
Mazrouei suona, e la sua melodia sfida il frastuono. Le bombe cadono, ma lui resta. Losguardo fisso, la schiena dritta, le mani che danzano ostinate su quel fragile corpo di legno. Ogni nota è un atto di resistenza. Ogni suono, una dichiarazione di libertà.

"Non avete idea di chi state affrontando. Non spezzerete mai lo spirito dell’Iran", avrebbe sussurrato prima di suonare. Parole che pesano come pietre. Parole che valgono più di uno slogan. Perché in quel gesto silenzioso, Amir incarna un popolo che non vuole piegarsi. E che ha scelto di rispondere alla violenza non con altra violenza, ma con ciò che di più umano esiste: l’arte. È questa la potenza del suo gesto. Non un’esibizione, ma un atto sacro.

Non una performance, ma una sfida aperta.
Con la sua musica che si alza come un muro invisibile contro il terrore, come un abbraccio collettivo in mezzo all’orrore. Un’immagine deflagrante più di ogni bomba. Perché ci racconta che, anche nel punto più buio, può accendersi una scintilla. Perché ci mostra che la bellezza può essere una forma di disobbedienza, e la cultura uno scudo. E lo fa in un Paese in cui la musica è quasi stata bandita, dove già nel lontano 2010 la Guida Suprema Ali Khamenei dichiarava che "promuoverla e insegnarla non è compatibile con i valori della Repubblica Islamica".

Un Paese in cui il semplice fatto di suonare è già, di per sé, un gesto rivoluzionario. Non è un caso che tanti artisti iraniani siano stati incarcerati, censurati, ridotti al silenzio. Perché la musica fa paura. E fa paura perché è libera, perché parla un linguaggio che i regimi non possono controllare.

Perché tocca il cuore, e dove c’è cuore, non può esserci obbedienza cieca. Quello che Amir ha fatto, nel cuore di Teheran, è un gesto simbolicamente fortissimo. Che parla di quella "pace disarmata e disarmante" auspicata da Leone XIV allorquando è salito al soglio pontificio. Un gesto potente proprio perché fragile. Eppure invincibile. Perché quel violino, in una notte che avrebbe dovuto essere solo paura, ha trasformato il rumore della guerra in un inno alla speranza. E non c’è bomba che possa competere con questo.

  • skin Banca Ifis
  • Poste Italiane giugno 2025
  • Enel Prima Vera - Rata Vera
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • villa mafalda 300x600
Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
Medio Oriente: la guerra vista dai media internazionali
20/06/2025
Redazione
Medio Oriente: la guerra vista dai media internazionali
Medio Oriente: Beersheva ancora bersaglio di attacchi missilistici iraniani, colpito un parco tecnologico
20/06/2025
Redazione
Medio Oriente: Beersheva ancora bersaglio di attacchi missilistici iraniani, colpito un pa...
Cina: la banca centrale lascia invariati i tassi
20/06/2025
Redazione
Cina: la banca centrale lascia invariati i tassi
Stati Uniti, a decine di parlamentari consegnate a casa pizze non ordinate: è allarme sicurezza
20/06/2025
Redazione
Stati Uniti, a decine di parlamentari consegnate a casa pizze non ordinate: è allarme sicu...