La figura, spesso vilipesa, di Mary Todd Lincoln, sempre relegata nell’ombra di un marito torreggiante come Abramo Lincoln, è ora riabilitata da due nuove opere teatrali su di lei: Mrs President sarà in scena al Charing Cross Theatre di Londra fino al 16 marzo e Oh Mary!, al Lyceum Theatre di New York fino al 28 giugno.
Oh, Mary!: dopo secoli il teatro riabilita Mary Todd, moglie vilipesa di Abramo Lincoln
L’opinione pubblica mai ha considerato First Lady più carente di Mary Todd Lincoln, moglie di colui che emancipò gli schiavi e salvò l'Unione, godendo di un'adulazione quasi universale, mentre lei è stata oggetto di critiche e disapprovazione fin dai suoi primi giorni a Washington nel 1861, quando intraprese i piani per una sontuosa ristrutturazione della Casa Bianca.
Quando poi si recò a New York per una scorribanda di shopping con i giornalisti che la seguirono ovunque, il New York Herald scrisse: "La signora Lincoln, che sin dal suo arrivo è stata impegnata a fare grandi acquisti presso alcuni dei principali commercianti, ieri era fuori a divertirsi nel solito modo", un resoconto che non poteva essere bene accolto in tempo di guerra. Forse per questo la lealtà della First Lady, che proveniva da una famiglia di schiavisti e aveva tre fratellastri nell'esercito confederato, fu messa in discussione per tutta la guerra civile.
Anche dopo che suo marito fu ucciso il 18 aprile 1865 dal sostenitore confederato John Wilkes Booth, mentre sedeva accanto a lei al Ford's Theater, il pubblico non abbracciò la vedova del suo eroe.
Nel 1875, suo figlio la fece internare in un manicomio.
Soltanto oggi, in tempi di TikTok, X, Instagram e Facebook, in cui la stima sociale sale e scende in modo capriccioso in base a click e like, la tanto diffamata Mary Todd Lincoln sta ricevendo una rivalutazione compassionevole sul palcoscenico, in particolare in Mrs President, a firma dello storico, scrittore e artista statunitense John Ransom Phillips, che debutterà questa settimana al Charing Cross Theatre di Londra.
Uno spettacolo a due incentrato sulla relazione tra Mary Todd Lincoln (interpretata da Miriam Grace Edwards) e Mathew Brady, considerato il padre del fotogiornalismo americano (Sam Jenkins Shah), che ha scattato foto iconiche di Abraham Lincoln, della sua famiglia e dei campi di battaglia della sanguinosa guerra civile americana. La nuova pièce immagina la First Lady, che si reca nello studio di Brady per posare per il suo ritratto, consapevole di essere sospetta a causa della sua eredità del sud, e cerca un' "immagine che definisca il punto di vista della storia su di me". Brady risponde di poterlo fare: "Plasmo l'immagine delle persone che plasmano l'America. Passato. Presente. Futuro", afferma.
In realtà, la relazione tra Mary Todd Lincoln e Mathew Brady fu alquanto limitata. Posò per Brady nel suo studio al 625 di Pennsylvania Avenue nel novembre del 1861 e quando vide le fotografie, ordinò che fossero tutte distrutte, tranne una. Ovviamente Brady non le diede retta, e conservò tutte le fotografie nei suoi archivi.
Ransom Philips racconta alla Bbc che il suo scopo con la pièce è "salvare Mary Todd Lincoln dal ridicolo e mostrarla come una donna profonda nei sentimenti, che possiede il tipo di emotività che spesso manca agli uomini".
La sua visione di Brady invece è molto critica: "Brady è un'artista come me: so che gli artisti possono essere tirannici".
In un modo completamente diverso, un'altra produzione teatrale è in sintonia con la sedicesima First Lady.
Oh, Mary! è stato un enorme successo di passaparola sin dalla sua prima messa in scena al Lucille Lortel Theatre nel febbraio 2024, prima di trasferirsi a Broadway in estate. Questa commedia, scritta da Cole Escola e descritta dal New York Times come "allegramente di cattivo gusto", raffigura Mary come un'alcolizzata lasciva ed egocentrica che desidera ardentemente scappare dalla Casa Bianca e da un marito negligente per diventare una star del cabaret.
Ma chi era davvero Mary Lincoln?
"Tutto dipende da chi la sta esaminando", risponde lo storico Jason Emerson alla Bbc. Autore di sette libri sula famiglia Lincoln, tra cui The Madness of Mary Lincoln, Emerson sta attualmente completando un volume delle lettere dell'ex First Lady per il Lincoln Studies Center dell'Università dell'Illinois.
"Mary era una persona molto umana che ha commesso degli errori, come Lincoln. È essenzialmente una figura tragica".
Orfana di madre all’età di sei anni, diventa la classica Cenerentola quando il padre si risposa con una donna da cui avrà altri nove figli. Presto Mary fa fagotto e scappa dalla sorella in Illinois: trovò in Lincoln, di dieci anni più grande di lei e che allora faceva l’avvocato, un uomo che condivideva la sua passione per la poesia, il teatro e la politica. "Avevano caratteri molto diversi", dice Emerson.
"E con l'avanzare dell'età, il bipolarismo di Mary peggiorava". Lo studio di Emerson su Mary Lincoln e la sua famiglia allargata lo ha persuaso che soffrisse della condizione nota come disturbo maniaco-depressivo, non ampiamente diagnosticata nel XIX secolo.
"Pensava a sé stessa come alla Regina d'America, facendo ciò che avrebbe dovuto fare come First Lady", dice Emerson. "Il suo narcisismo era forse la sua più grande vulnerabilità". Ma quando il figlio Willie morì di tifo nel 1862, rifiutò di alzarsi dal letto per settimane, deprimendosi tanto da essere rimproverata dal marito.
Forse era inevitabile che questa donna continuasse a essere oggetto di chiacchiere degradanti anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1882: William Herndon, socio legale di Lincoln, rafforzò le opinioni meno lusinghiere su di lei nella biografia che scrisse nel 1889, intitolata Herndon's Lincoln: The True Story of a Great Life.
Herndon e Mary si disprezzavano a vicenda, contendendosi l’attenzione di Lincoln e per molti decenni, il suo ritratto è stato quello accreditato tradizionalmente: Mary Todd Lincoln era considerata una megera sposata con un santo.
Negli anni Ottanta e Novanta, però, questa donna tanto controversa è stata rivalutata come elemento essenziale nella carriera del marito, capace di consigliarlo e sostenerlo. Jean Baker, nel 1987, la descrisse come una moglie amorevole e politicamente influente. Tuttavia, nel 2021, Michael Burlingame in An American Marriage ha ribaltato questa immagine, sostenendo che Mary abbia reso infelice Lincoln, lo abbia sposato forzandolo e approfittando della sua posizione alla Casa Bianca per vendere favori. Spielberg e Kushner, pur consultando lo storico per il film Lincoln (2012), ritrassero la First Lady con maggior favore.
Nonostante le critiche, tuttavia, Burlingame ha riconosciuto a Mary le sofferenze di un’esistenza tragica segnata dalla perdita di tre figli e dell’amato marito, riconoscendole il merito di aver sostenuto e spronato Lincoln nel corso della sua carriera.