Ambiente & Sostenibilità

Mare e laghi italiani in allarme, Legambiente denuncia inquinamento e crisi climatica

Redazione
 
Mare e laghi italiani in allarme, Legambiente denuncia inquinamento e crisi climatica

Il bilancio 2025 delle campagne Goletta Verde e Goletta dei Laghi di Legambiente traccia un quadro preoccupante sullo stato di salute delle acque italiane. Su 388 campionamenti effettuati in 19 regioni, il 34% è risultato oltre i limiti di legge, confermando inquinamento, maladepurazione e crisi climatica come principali minacce. In mare, il 35% dei punti monitorati è inquinato o fortemente inquinato, mentre nei laghi la percentuale scende al 30%. Le foci di fiumi e canali restano i punti critici, con il 54% dei campioni contaminati.

Mare e laghi italiani in allarme, Legambiente denuncia inquinamento e crisi climatica

Particolarmente allarmante la situazione delle foci a mare: il 56% di quelle monitorate da Goletta Verde non è controllato dalle autorità competenti, pur avendo spesso in prossimità spiagge libere frequentate dai bagnanti. Ad oggi, oltre 220 km di costa sabbiosa (il 6,6% della costa bassa italiana) restano esclusi dai monitoraggi ufficiali.

Accanto all’inquinamento microbiologico, la crisi climatica aggrava la situazione: la temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo ha raggiunto 25,4°C tra giugno e luglio, il valore più alto dell’ultimo decennio, superando i record del 2022 e 2024. L’aumento termico minaccia la biodiversità marina e amplifica gli eventi meteorologici estremi.

Il tema dei rifiuti resta centrale: Legambiente, insieme a Puliamo il Mondo, ha organizzato interventi di pulizia dei fondali e delle spiagge, come a Tropea, dove sono stati raccolti ed esposti rifiuti simbolo dell’inquinamento costiero.

Sul fronte delle infrastrutture idriche, la maladepurazione continua a essere il tallone d’Achille italiano. Il 4,4% del carico inquinante nazionale non è trattato in modo sicuro, mentre 855 agglomerati urbani restano in procedura di infrazione per mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue. Le sanzioni europee già pagate superano i 210 milioni di euro, con ulteriori penalità in corso.

Legambiente chiede al Governo un piano nazionale per la tutela delle acque costiere e interne, con più risorse per ammodernare gli impianti di depurazione, intensificare i controlli e promuovere il riuso delle acque depurate in agricoltura. Inoltre, sollecita investimenti strategici per infrastrutturare i porti di Taranto e Augusta in funzione dello sviluppo dell’eolico offshore, una tecnologia che può convivere con la fauna marina e generare occupazione green.

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