Nel panorama economico italiano, il settore dell’Economia del Mare si conferma un pilastro fondamentale per lo sviluppo futuro del Paese. Il comparto, che registra un valore aggiunto di oltre 200 miliardi di euro e occupa più di 4,5 milioni di lavoratori, rappresenta una realtà articolata, dinamica e in forte evoluzione.
Il mare che conta: l’Italia investe nella blue economy con il primo fondo dedicato
È attraversato da profondi processi di trasformazione sia tecnologica che ecologica, che interessano tutte le sette filiere della Blue Economy: la pesca, le estrazioni marine, la cantieristica, il trasporto di merci e passeggeri, il turismo, la tutela ambientale e le attività sportive e ricreative.
Durante la presentazione romana del nuovo Blue Economy Debt Fund, il primo fondo italiano destinato esclusivamente alle imprese del mare, il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, ha aperto i lavori mettendo l’accento sull’importanza strategica del settore per la tenuta economica e occupazionale del Paese.
Promosso e gestito da Zenit SGR (Gruppo Consultinvest), il fondo si configura come un fondo comune di investimento mobiliare di tipo chiuso, riservato a investitori professionali, con l’obiettivo di finanziare crescita, innovazione e transizione sostenibile delle imprese operanti nel comparto marino. Il progetto è in perfetta sintonia con le priorità del PNRR e del programma Next Generation EU, con un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese.
«Con il Blue Economy Debt Fund rafforziamo l’impegno del nostro gruppo nel mettere la finanza al servizio dell’economia reale», ha spiegato Maurizio Vitolo, founder e amministratore delegato del Gruppo Consultinvest. A fianco del manager, il gestore del fondo, Giovanni Scrofani, ha inoltre precisato che si tratta di «una soluzione d’investimento che unisce tradizione e innovazione a supporto delle imprese italiane».
A livello operativo, il fondo si avvale di un Comitato Investimenti presieduto da Giancarlo Vinacci, che porta al tavolo competenze diffuse su tutto il territorio nazionale. Vinacci ha evidenziato che il settore vale circa l’11% del PIL italiano ed è composto da circa 233 mila imprese: un asset strategico e in continua crescita, al quale si guarda come leva per realizzare nuovi modelli produttivi sostenibili, competitivi e resilienti.
Con il Blue Economy Debt Fund, l’Italia mette in campo una leva finanziaria nuova, capace di mobilitare risorse verso la trasformazione green e digitale del mare-economia, rafforzando le filiere esistenti e favorendo la nascita di iniziative innovative. Per le imprese del settore, dalla pesca alla nautica, dal trasporto al turismo marittimo, si apre la possibilità di accedere a capitali dedicati, in una cornice nazionale che valorizza la vocazione marina del Paese.