Economia
Macchine utensili, 140 imprese italiane protagoniste a EMO Hannover 2025
Redazione

Con 140 imprese presenti, l’Italia si conferma seconda delegazione estera più numerosa a EMO Hannover 2025, il più importante appuntamento mondiale per macchine utensili, robotica e automazione. Una partecipazione che testimonia la vitalità del comparto e la centralità dei mercati internazionali per l’industria italiana. La prossima edizione, EMO Milano 2027, è già fissata dal 4 all’8 ottobre.
Macchine utensili, 140 imprese italiane protagoniste a EMO Hannover 2025
Nel corso della tradizionale conferenza stampa, UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE ha presentato le nuove stime 2025 elaborate dal Centro Studi & Cultura di Impresa. “Abbiamo dovuto rivedere al ribasso le previsioni formulate a inizio anno” ha dichiarato Riccardo Rosa, presidente UCIMU (in foto) . “La produzione resta stabile a 6.340 milioni di euro (+0,2%), con un export in arretramento e un mercato interno che, pur in ripresa, non raggiunge ancora valori sufficienti a compensare il calo”.
Le esportazioni si fermeranno a 3.895 milioni di euro (-8,9%), con un primo semestre 2025 in flessione del 13,3% rispetto al 2024. Stati Uniti (292 milioni, -4,2%) si confermano primo mercato, seguiti da Germania (127 milioni, -28,1%), Polonia (97 milioni, +8,3%), Francia (97 milioni, -7,5%) e India (85 milioni, -14,1%). Pochi i mercati in controtendenza, come Polonia, Messico, Svizzera, Emirati Arabi e Arabia Saudita.
Sul fronte interno, le consegne cresceranno del 19,1% a 2.445 milioni, trainate da consumi in aumento del 14,1% (4.230 milioni). Ma, come ha spiegato Rosa, “più che un trend emergono oscillazioni, sintomo di un contesto caotico e incerto”.
Particolarmente critica è la situazione tedesca, colpita dal rallentamento dell’automotive e dell’edilizia, con ripercussioni anche sulle imprese italiane inserite nelle catene del valore. Negli USA, nonostante le incertezze sui dazi dell’amministrazione Trump, resta saldo il ruolo di primo mercato di sbocco, seppur con un clima di diffusa instabilità.
Un segnale di miglioramento arriva dal chiarimento sulle misure di Transizione 5.0, che ha contribuito a rafforzare la fiducia delle imprese. Tuttavia, i mesi di produzione assicurata nel primo semestre 2025 restano a 6,6, meglio del 2024 ma lontani dai livelli pre-crisi.
Per il presidente UCIMU, diventa dunque urgente un nuovo piano di politica industriale: “Occorre un provvedimento che unisca Industria 4.0 e Transizione 5.0, semplificando le procedure e garantendo continuità alle aziende dal 2026 in avanti”. L’associazione ha già offerto la propria disponibilità a collaborare con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per la definizione del nuovo quadro di riferimento.