Economia
A Lugano l’ottava edizione di “Un Mare di Svizzera”, la logistica del futuro tra affidabilità e incertezze globali
Redazione

Affidabilità e incertezza. Sono le due parole chiave emerse con forza dall’ottava edizione di Un Mare di Svizzera, il forum dedicato ai rapporti tra la logistica elvetica e i porti italiani, svoltosi oggi a Lugano. L’evento ha riunito rappresentanti istituzionali, esperti di finanza internazionale e protagonisti del settore marittimo, in un confronto che ha messo al centro le sfide del trasporto globale e la necessità di attrarre nuovi investimenti nelle infrastrutture europee.
A Lugano l’ottava edizione di “Un Mare di Svizzera”, la logistica del futuro tra affidabilità e incertezze globali
Nel cuore del dibattito, la questione della fiducia normativa e operativa, indispensabile per orientare capitali privati verso un mercato che, tra tensioni geopolitiche e protezionismi, si muove sempre più “a vista”. Come ha ricordato il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, “il bisogno di regole certe rappresenta una priorità assoluta” e passa attraverso scelte chiare sul fronte delle concessioni portuali. A fargli eco il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Matteo Paroli, che ha ribadito il valore della stabilità per rendere il sistema portuale italiano un punto di riferimento per gli investitori internazionali.
Secondo i dati richiamati da Paolo Costa, già presidente della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo, da qui al 2040 il mondo avrà bisogno di 36 trilioni di dollari di nuovi investimenti in infrastrutture di trasporto e logistica. Ma le risorse europee, complice la fine del PNRR e i nuovi impegni in materia di difesa, saranno limitate. Da qui la necessità di mobilitare capitali privati, in particolare attraverso modelli di partenariato pubblico-privato e il reindirizzamento di parte dei fondi pensione oggi vincolati ai venture capital.
L’Italia, ha sottolineato Paroli, ha oggi un’occasione strategica: intercettare due milioni di container che potrebbero essere dirottati verso i porti italiani grazie a un sistema digitale e logistico efficiente. A Genova, dove sono in corso 3,3 miliardi di investimenti, il tema della digitalizzazione è centrale per garantire tempi rapidi e procedure trasparenti, elementi cruciali per rendere i porti affidabili e competitivi a livello internazionale.
Tra i relatori, l’armatore Stefano Messina (Assarmatori) ha richiamato la necessità di “affrontare con realismo” gli investimenti in nuove navi e in flotte a basso impatto ambientale, mentre Gabriele Corte (Ceresio Investors) ed Enrico Loewenthal (Equiter SGR) hanno illustrato le potenzialità di strumenti finanziari innovativi per sostenere la logistica e le infrastrutture.
L’orizzonte globale resta però attraversato da molte incognite. Tra queste, il ruolo crescente della Cina nel commercio marittimo e nelle rotte energetiche, con un’attenzione particolare al possibile sviluppo della rotta artica, un progetto che, secondo diversi relatori, potrebbe ridisegnare le mappe del commercio mondiale e minacciare la centralità del Mediterraneo.
A chiedere maggiore pragmatismo è stato Fabio Regazzi, Consigliere agli Stati e presidente dell’Unione Svizzera delle Arti e dei Mestieri, che ha ricordato come la Svizzera conti oltre 600mila imprese sotto i 250 dipendenti. “Occorre promuovere accordi di libero scambio con India, Cina, Malesia e Mercosur -ha affermato -perché la stabilità economica passa anche dalla diversificazione dei mercati”.
Nel panel finale dedicato alle nuove rotte delle materie prime, Giovanni Colotto (Rocktree Italia), Vincenzo Romeo (Nova Marine Carriers) e Marco Fiori (Premuda) hanno analizzato l’impatto dei dazi e delle guerre commerciali, indicando nella cooperazione internazionale l’unica via per mantenere competitività e sicurezza delle forniture.
L’ottava edizione di Un Mare di Svizzera si è così chiusa con un messaggio condiviso: il futuro della logistica euro-mediterranea dipenderà dalla capacità di coniugare affidabilità normativa, innovazione digitale e visione strategica. Solo così l’Italia e la Svizzera potranno giocare insieme un ruolo di primo piano nel grande flusso dei commerci globali.