Economia

L’Italia celebra “La Prima dell’Olio”, l’extravergine torna protagonista tra qualità, filiera e giovani

Redazione
 
L’Italia celebra “La Prima dell’Olio”, l’extravergine torna protagonista tra qualità, filiera e giovani
A Palazzo della Valle, sede storica di Confagricoltura a Roma, si è alzato il sipario sulla nuova stagione olivicola 2025/2026 con “La Prima dell’Olio”, evento promosso da Confagricoltura, Carapelli Firenze e Unapol. Una serata che ha unito cultura, impresa e gastronomia in un vero debutto teatrale dell’olio extra vergine appena prodotto, simbolo di eccellenza del Made in Italy e ambasciatore della Dieta Mediterranea nel mondo.

L’Italia celebra “La Prima dell’Olio”, l’extravergine torna protagonista tra qualità, filiera e giovani

Per l’“uliveto Italia”, le stime delineano un’annata complessivamente positiva: 300 mila tonnellate di produzione, con un aumento del 21% rispetto allo scorso anno, trainato soprattutto dal Mezzogiorno. Un dato che permette al nostro Paese di riconquistare la seconda posizione mondiale tra i produttori, subito dietro la Spagna. A livello mediterraneo, secondo gli ultimi dati del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI), la Spagna registra una leggera flessione (1,37 milioni di tonnellate), mentre Tunisia e Turchia segnano cali significativi.

Nel suo intervento, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha sottolineato la portata strategica di questa ripresa: “L’Italia ha recuperato il suo posizionamento tra i principali Paesi produttori di olio d’oliva, ma ora è fondamentale valorizzare l’intera filiera con strategie mirate. Dobbiamo rafforzare la percezione del valore dell’extravergine italiano, che si distingue per qualità, biodiversità e legame con il territorio”.

Il mercato conferma un differenziale di prezzo importante, l’olio italiano vale quasi il doppio di quello spagnolo e greco, a testimonianza del suo pregio. Anche la bilancia commerciale offre segnali incoraggianti, nei primi sette mesi del 2025, infatti, è in leggero avanzo, un fatto raro per il comparto. Tuttavia, persistono criticità strutturali come la produzione insufficiente, una frammentazione e lo scarso investimento in promozione, che riducono la competitività, soprattutto all’estero.

Da qui nasce l’impegno condiviso di Confagricoltura, Carapelli Firenze e Unapol per un nuovo modello di formazione e sostenibilità. “Come azienda leader, sentiamo la responsabilità di agire anche nella sfera sociale”, ha dichiarato Ignacio Silva, presidente di Deoleo-Carapelli Firenze. “Con Confagricoltura e Unapol abbiamo avviato un progetto formativo che copre tutte le fasi della filiera, dal campo alla distribuzione, per creare valore e nuove competenze”. Il progetto, che partirà in via sperimentale con l’Istituto Agrario Garibaldi di Roma, mira a coinvolgere Istituti Tecnici Superiori e Università, puntando ad attrarre giovani in un settore dove l’età media supera i 53 anni.

Sulla stessa linea, Tommaso Loiodice, presidente di Unapol, ha ribadito l’importanza del concetto di filiera: “Ogni attore deve avere il giusto riconoscimento economico e morale. L’olio extra vergine non è un semplice condimento, ma un alimento buono, salutare e sostenibile. Va comunicato come espressione viva della nostra identità, dei territori e di una storia millenaria che oggi deve affrontare le sfide del cambiamento climatico”.

Anche il MASAF ha riaffermato il ruolo chiave della formazione, della comunicazione e del dialogo tra istituzioni e filiera, elementi centrali del nuovo Piano Olivicolo Nazionale, in fase di definizione.

“La Prima dell’Olio” ha voluto raccontare tutto questo anche attraverso il linguaggio del gusto. La cena a quattro atti curata dallo chef Umberto Vezzoli ha celebrato l’esordio degli oli della nuova campagna, dalle cultivar Cerasuola, Ravece, Coratina e Nocellara, in abbinamenti inediti fino al dessert, dimostrando come la ristorazione possa diventare strumento culturale e veicolo di conoscenza.

L’iniziativa ha dimostrato che il futuro dell’olio italiano passa da tre parole chiave: formazione, filiera, comunicazione. E, come in ogni prima teatrale di successo, il debutto di questa stagione olearia segna non solo l’inizio di una nuova campagna produttiva, ma anche una nuova consapevolezza collettiva, quella di un’Italia che torna a credere nel valore della propria terra e nella capacità di innovare senza rinnegare la tradizione.
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