Economia

Italia, crescita debole ma stabile, l’economia rallenta, inflazione moderata e conti pubblici sotto controllo

Redazione
 
Italia, crescita debole ma stabile, l’economia rallenta, inflazione moderata e conti pubblici sotto controllo
L’ultimo rapporto “L’economia italiana in breve“ di ottobre 2025 della Banca d’Italia fotografa un Paese in una fase di sostanziale stabilità, ma ancora privo di una spinta decisa alla crescita. Dopo un primo semestre altalenante, il PIL mostra un andamento stagnante con una variazione negativa dello 0,1% nel secondo trimestre, dopo il +0,3% dei primi tre mesi dell’anno. Le previsioni per l’intero 2025 indicano un incremento dello 0,6%, in linea con le stime del Fondo monetario internazionale e dell’OCSE, ma inferiore rispetto alla media dell’area euro (1,2%).

Italia, crescita debole ma stabile, l’economia rallenta, inflazione moderata e conti pubblici sotto controllo

Sul fronte dell’inflazione, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo resta contenuto, a settembre si attesta all’1,8% (+2,1% al netto di alimentari ed energetici), confermando una dinamica moderata e coerente con l’obiettivo di stabilità dei prezzi fissato dalla BCE. La fase di rallentamento dei prezzi si accompagna a una sostanziale tenuta dei redditi reali e a un recupero della propensione al risparmio delle famiglie, tornata sopra il 10%, anche se i consumi restano cauti.

L’attività industriale mostra segnali contrastanti, la produzione rallenta rispetto al 2024, mentre il clima di fiducia delle imprese si mantiene su livelli moderatamente positivi. Il saldo della bilancia dei pagamenti, positivo per 17,3 miliardi di euro nei primi sette mesi del 2025, conferma il buon andamento dell’export nonostante l’indebolimento della domanda extra UE e la perdita di competitività rispetto a Germania e Spagna.

Sul fronte del credito, i prestiti bancari al settore privato si stabilizzano dopo mesi di contrazione, ma restano bassi gli investimenti delle imprese, frenati dalle incertezze economiche e dall’aumento del costo del denaro. I tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie restano intorno al 3,5%, in linea con la media dell’area euro, mentre quelli per i mutui alle famiglie si attestano al 3,6%.

Le banche italiane mantengono una solida posizione patrimoniale, con il CET1 ratio medio ponderato che si colloca al 16%, con un Liquidity Coverage Ratio di oltre il 175%, ben al di sopra dei requisiti regolamentari. Il tasso di deterioramento del credito rimane contenuto, a conferma della qualità del portafoglio prestiti.

La finanza pubblica si muove su un sentiero di prudenza. Il deficit complessivo per il 2025 è stimato al 3% del PIL, mentre il debito pubblico lordo risale leggermente al 136,2%, dopo il calo registrato nel 2023. La vita media residua del debito si mantiene sopra i 7 anni e l’onere medio resta contenuto, grazie al graduale calo dei rendimenti dei titoli di Stato: i BTP decennali si attestano al 3,56% a settembre, con uno spread stabile intorno ai 140 punti base rispetto ai Bund tedeschi.

Le previsioni per il triennio 2025-2027 indicano una crescita modesta (tra 0,6% e 0,8%) e un’inflazione stabile intorno all’1,5%, segno di un equilibrio fragile ma sostenibile nel medio periodo.
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