La Procura della Repubblica di Milano, in collaborazione con il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, ha avviato un’indagine sulla cessione del 15% del capitale di Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), avvenuta nel novembre scorso per un corrispettivo di 1,1 miliardi di euro.
Indagine sulla vendita del 15% di MPS della Procura di Milano
Al centro delle verifiche ci sarebbe un gruppo ristretto di investitori, coinvolti nella medesima operazione o presenti con partecipazioni rilevanti in altri istituti bancari italiani. Gli inquirenti stanno valutando l’ipotesi che tra questi soggetti possa essersi realizzata una “azione di concerto”, potenzialmente idonea ad alterare gli equilibri del mercato e ad eludere le normative sulla trasparenza.
Secondo quanto emerso, alla vendita coordinata da Banca Akros (controllata da Banco BPM) hanno partecipato:
- Banco BPM, che ha acquisito il 5% del capitale di MPS;
- Anima Holding, salita al 4% con l’acquisto del 3% durante l’operazione;
- Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, e il Gruppo Caltagirone, entrambi acquirenti del 3,5%.
Tutti soggetti già presenti in società strategiche del panorama finanziario italiano, tra cui Mediobanca e Generali, il che rafforza l’interesse della magistratura a indagare su eventuali interessi convergenti e coordinamento nelle scelte di investimento.
La Guardia di Finanza ha recentemente effettuato acquisizioni documentali presso gli uffici di Banca Akros. Non si tratta formalmente di perquisizioni, ma di attività istruttorie finalizzate a raccogliere elementi utili per ricostruire il contesto dell’operazione e l’effettiva indipendenza delle scelte dei partecipanti.
Al centro dell’inchiesta ci sarebbero ipotesi di turbativa del mercato, aggiotaggio e violazione delle norme sulla trasparenza degli assetti proprietari, reati tipici nei casi in cui si sospetti un uso improprio di informazioni privilegiate o manovre concertate per influenzare l’andamento dei titoli.
Nel corso delle ultime ore si era diffusa l’indiscrezione secondo cui UniCredit avrebbe segnalato alla magistratura l’operazione e in particolare il ruolo dei gruppi Delfin e Caltagirone. La banca guidata da Andrea Orcel ha però smentito con decisione: “UniCredit non ha presentato alcun esposto alla Procura di Milano, né ha segnalato questioni relative a Delfin o Caltagirone”, ha dichiarato un portavoce.
La precisazione mira a chiarire la posizione di UniCredit, in un contesto delicato per gli equilibri del settore bancario italiano e per le dinamiche tra i principali player istituzionali e finanziari.
La cessione del 15% di MPS rappresenta un passaggio chiave nel piano di progressiva dismissione della quota pubblica da parte dello Stato. La partecipazione del MEF, ancora significativa, è destinata a ridursi nei prossimi mesi, ma l’attenzione degli inquirenti su questo primo passo solleva interrogativi sulle modalità con cui avvengono queste operazioni e sull’effettiva concorrenzialità del mercato.
Le indagini sono ancora in fase iniziale e non vi sono, al momento, contestazioni formali. Tuttavia, l’attenzione della Procura e della Guardia di Finanza conferma la delicatezza di una transazione che ha visto coinvolti alcuni tra i principali protagonisti del capitalismo finanziario italiano.