Economia

Imprese italiane tra incertezze e segnali di tenuta. Cresce la cautela ma restano stabili investimenti e credito

Redazione
 
Imprese italiane tra incertezze e segnali di tenuta. Cresce la cautela ma restano stabili investimenti e credito
Nell’indagine condotta dalla Banca d’Italia tra il 26 agosto e il 19 settembre 2025 su un campione di oltre 2.300 imprese italiane dell’industria, dei servizi e delle costruzioni con almeno 50 addetti, emerge un quadro di prudente realismo. I giudizi sulla situazione economica generale restano nel complesso sfavorevoli, pur mostrando un lieve miglioramento rispetto all’inizio dell’anno. La domanda complessiva ha ristagnato nel terzo trimestre, penalizzata dai dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti e dall’apprezzamento dell’euro, ma anche da un rallentamento nei servizi e nelle costruzioni.

Imprese italiane tra incertezze e segnali di tenuta. Cresce la cautela ma restano stabili investimenti e credito

L’analisi evidenzia una sostanziale stabilità della domanda, con un calo nell’industria (saldo a –5 punti da +3) e una contrazione più accentuata tra le imprese maggiormente orientate all’export. Il 42% delle aziende manifatturiere e il 17% di quelle dei servizi ritiene che le tensioni commerciali e la forza della valuta europea abbiano avuto un impatto moderatamente negativo sulla domanda, mentre per una minoranza, rispettivamente l’8% e il 4%, l’effetto è stato più marcato.

Le attese per il trimestre successivo restano orientate a una ripresa, ma in tono minore rispetto alle precedenti rilevazioni. Il saldo tra previsioni di crescita e di contrazione delle vendite scende a 18 punti percentuali (da 25). Solo il comparto delle costruzioni mostra un miglioramento, trainato dall’attuazione dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, da cui il 60% delle imprese prevede di beneficiare nella seconda metà dell’anno.

Anche le previsioni sull’occupazione si sono fatte più caute, la quota di aziende che si attende un aumento degli organici supera quella che prevede un calo di 6 punti percentuali nell’industria, 7 nei servizi e 14 nelle costruzioni, in diminuzione rispetto ai valori del trimestre precedente. Le imprese continuano tuttavia a pianificare una crescita degli investimenti nel 2025, con un saldo positivo di 17 punti percentuali. Circa tre quarti delle aziende segnalano condizioni per investire stabili, e la quasi totalità non prevede criticità di accesso al credito o di liquidità.

Sul fronte dei prezzi, la crescita dei listini si mantiene moderata: +1,7% nell’industria e +2,1% nei servizi, mentre nelle costruzioni l’aumento si attesta al 3,1%. Per i prossimi dodici mesi si prevede una dinamica contenuta (1,9% nell’industria e nei servizi, 3,8% nelle costruzioni), influenzata soprattutto dai costi del lavoro e delle materie prime.

Le aspettative di inflazione al consumo, infine, si sono leggermente ridotte: all’1,8% a 6 e 12 mesi e all’1,9% a 24 mesi, in calo rispetto al 2% della precedente rilevazione di giugno. Un dato che riflette, secondo la Banca d’Italia, un generale ridimensionamento delle tensioni sui prezzi, pur in un contesto ancora esposto a rischi geopolitici e commerciali.
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