Il settore automobilistico italiano mostra una tenuta, seppur precaria, mentre il mercato francese registra un vero e proprio crollo. I dati recenti evidenziano una realtà complessa, con l'Italia che, per la prima volta, sorpassa la Francia nel numero di nuove immatricolazioni.
Immatricolazioni auto: Italia tiene il passo, Francia in caduta libera per norme ambientaliste
Secondo le statistiche del Ministero dei Trasporti, nei primi cinque mesi dell'anno le vendite di auto nuove in Italia hanno subito una flessione di poco superiore allo 0,5% rispetto all'anno precedente. Un dato che, seppur modesto, assume una luce diversa se confrontato con il periodo pre-pandemico: il divario rispetto ai volumi del 2019 supera infatti il 20%.
La situazione si fa decisamente più critica oltralpe. Le analisi condotte dalla Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), basate su informazioni di Plateforme automobile (PFA) e dell'Associazione dei Costruttori automobilistici europei (ACEA), rivelano un calo del 28% nel mercato francese rispetto ai volumi precedenti alla crisi Covid-19. Uno scenario che, come spiega Antonio Sileo, direttore del programma di ricerca Sustainable Mobility della FEEM, "ha portato a un sorpasso storico: dall'inizio dell'anno, l'Italia ha immatricolato circa 722.000 veicoli, contro i quasi 673.000 della Francia. Un divario di circa il 7% che merita un'attenta osservazione nei prossimi mesi."
La ragione principale di questo divario sembra risiedere nelle severe normative francesi che favoriscono i veicoli a zero emissioni di anidride carbonica (le auto elettriche, seppur con alcune eccezioni) e penalizzano drasticamente le altre tipologie. Il sistema del "bonus-malus écologique", introdotto in Francia già nel 2008 con l'obiettivo di essere neutrale per le finanze pubbliche e orientare l'industria, si è evoluto nel tempo. Negli anni, si è assistito a una riduzione degli incentivi e della platea di veicoli beneficiari, parallelamente a un notevole aumento delle penalità e del numero di auto colpite.
"L'effetto di queste misure - continua Sileo - è un'offerta di veicoli distorta che, sommando le già stringenti norme europee, sembra sempre meno allineata alle preferenze e ai bisogni dei consumatori." Dall'inizio del 2025, le immatricolazioni totali in Francia hanno registrato un calo dell'8,2%, con le sole vetture elettriche in flessione del 7,1%.
Questa dinamica solleva preoccupazioni significative: "Se le vendite di auto diminuiscono - avverte Sileo - rallenta anche il ricambio del parco circolante, che nel frattempo non si riduce, e diventa più arduo raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni." Una situazione, quella francese, che funge da campanello d'allarme sulle possibili conseguenze di politiche troppo restrittive sulla domanda di mercato e sull'efficacia delle strategie di transizione ecologica nel settore automobilistico.