Economia
HSBC, utile di 5,5 miliardi nel terzo trimestre 2025. Il gruppo punta a un ritorno sul capitale “mid-teens” nel 2026
Redazione
 

HSBC Holdings ha chiuso il terzo trimestre 2025 con un utile ante imposte di 7,3 miliardi di dollari e un utile netto di 5,5 miliardi, in calo rispetto agli 8,5 miliardi e 6,7 miliardi registrati nello stesso periodo del 2024. Il risultato risente principalmente di accantonamenti legali per 1,4 miliardi di dollari legati a contenziosi su vicende storiche, tra cui una causa in Lussemburgo relativa al caso Madoff e un’indagine francese sulle transazioni fiscali.
HSBC, utile di 5,5 miliardi nel terzo trimestre 2025. Il gruppo punta a un ritorno sul capitale “mid-teens” nel 2026
Escludendo tali oneri straordinari, l’utile ante imposte su base costante è salito a 9,1 miliardi, in aumento del 3% rispetto all’anno precedente, grazie alla crescita dei ricavi, trainata dal business del Wealth Management e dalla solidità dei depositi. L’amministratore delegato Georges Elhedery ha dichiarato che “la banca sta diventando più semplice, agile e focalizzata sui suoi punti di forza” e che i progressi conseguiti permettono di “alzare le aspettative di rendimento sul capitale tangibile a valori medi o superiori alla metà delle due cifre”.
Nel trimestre, i ricavi sono aumentati del 5%, raggiungendo 17,8 miliardi di dollari, con una performance positiva nei servizi di consulenza patrimoniale e bancari internazionali, soprattutto a Hong Kong, dove la clientela retail e private ha mostrato un forte dinamismo. Il margine d’interesse netto è salito all’1,57%, con un incremento di 11 punti base rispetto all’anno precedente, sostenuto da una migliore gestione della copertura strutturale e dalla crescita dei depositi.
Le rettifiche su crediti (ECL) si sono mantenute stabili a 1 miliardo di dollari, con accantonamenti nel settore immobiliare commerciale di Hong Kong e su alcune esposizioni in Medio Oriente e Regno Unito, compensati da rilasci dovuti alla stabilizzazione macroeconomica. Le spese operative, invece, sono aumentate del 24% a 10,1 miliardi di dollari, riflettendo le già citate cause legali, i costi di ristrutturazione (0,2 miliardi) e gli investimenti in tecnologia, solo parzialmente compensati dai benefici derivanti dalla semplificazione organizzativa.
Il coefficiente patrimoniale CET1 si attesta al 14,5%, in lieve flessione rispetto al trimestre precedente, ma ancora pienamente all’interno dell’obiettivo di lungo periodo compreso tra il 14% e il 14,5%. Il consiglio di amministrazione ha approvato un dividendo intermedio di 0,10 dollari per azione e ha completato il riacquisto di azioni proprie per 3 miliardi di dollari annunciato lo scorso luglio.
Nei primi nove mesi dell’anno, HSBC ha registrato un utile ante imposte di 23,1 miliardi di dollari, con un utile netto di 17,9 miliardi. Il ritorno sul capitale tangibile (RoTE) è al 13,9%, ma sale al 17,6% escludendo le poste non ricorrenti, in miglioramento di quasi un punto rispetto al 2024. I ricavi, pari a 51,9 miliardi, risultano in calo del 4% per effetto della mancata ripetizione dei proventi derivanti dalle dismissioni in Canada e Argentina, compensate da un incremento nei segmenti Wealth e Corporate & Institutional Banking.
Sul fronte strategico, il gruppo ha confermato l’intenzione di procedere con la privatizzazione della controllata Hang Seng Bank a Hong Kong, che comporterà un impatto iniziale di circa 125 punti base sul CET1, ma che verrà assorbito attraverso la generazione organica di capitale. HSBC ha inoltre annunciato la vendita delle attività retail a Malta e in Sri Lanka e la revisione delle operazioni retail in Egitto, Australia e Indonesia, mantenendo invece attive le divisioni corporate e d’investimento in tali Paesi.