Ambiente & Sostenibilità

Grano canadese, Coldiretti: oltre 50% dei chicchi arriva con danni da insetti e germogli

Redazione
 
Grano canadese, Coldiretti: oltre 50% dei chicchi arriva con danni da insetti e germogli

Sta montando un’ondata di preoccupazione nei campi italiani, perché due dei capisaldi della nostra Dieta Mediterranea, il grano duro e l’olio extravergine, stanno attraversando una fase critica che rischia di travolgere migliaia di aziende agricole. A denunciarlo è la Coldiretti, che parla apertamente di un mercato distorto da importazioni massicce di prodotto estero a basso costo e di qualità discutibile, un fenomeno che sta comprimendo i prezzi all’origine e mettendo in ginocchio gli agricoltori. Il nodo più urgente riguarda il grano canadese.

Grano canadese, Coldiretti: oltre 50% dei chicchi arriva con danni da insetti e germogli

Le analisi condotte dalle autorità del Canada sul raccolto di quest’anno mostrano che più della metà della produzione è segnata da problemi evidenti, dai chicchi germogliati ai danni causati da funghi e insetti. Una qualità definita pessima, eppure proprio questo grano, di fatto invendibile in molti mercati, sta arrivando nei porti italiani in quantità quasi doppie rispetto all’anno precedente.

L’impatto sulle quotazioni del grano nazionale è stato immediato, con una spinta al ribasso che ha finito per penalizzare un settore già fragile. A favorire questa invasione, spiega Coldiretti, è il dazio zero concesso dall’Unione Europea ai cereali canadesi nell’ambito del Ceta, l’accordo commerciale con il Paese nordamericano.

Non stupisce che l’organizzazione agricola fosse stata l’unica a schierarsi contro la ratifica di quell’intesa, oggi accusata di minare la sicurezza e la qualità delle nostre produzioni e di danneggiare agricoltori che garantiscono standard unici al mondo. Proprio per denunciare quello che definiscono uno scandalo, ventimila agricoltori sono scesi in piazza dando vita a una mobilitazione che ha spinto il Governo ad accogliere la piattaforma di proposte di Coldiretti per frenare speculazioni e traffici illeciti nel settore cerealicolo.

La protesta ha portato a un primo risultato, invertendo la tendenza del mercato e arginando il crollo dei prezzi, anche se le quotazioni rimangono ancora al di sotto dei costi di produzione stimati da Ismea. A rendere il quadro ancora più preoccupante c’è la questione del glifosato. Il grano canadese viene trattato con questo erbicida nella fase di pre raccolta, un utilizzo vietato in Italia per i possibili effetti cancerogeni.

Per Coldiretti non si tratta solo di un problema sanitario ma anche di una concorrenza sleale, perché nei Paesi extra europei continuano a essere impiegate sostanze che in Europa sono state bandite da anni, con il risultato di un mercato che non rispetta il principio di reciprocità delle regole. Una distorsione che minaccia quasi 140.000 aziende italiane, spesso radicate in aree interne prive di alternative produttive e già oggi vulnerabili al rischio di abbandono.

Ma il grano non è l’unico simbolo dell’agroalimentare italiano sotto stress. L’Uliveto Italia vive una stagione altrettanto difficile. Le importazioni di olio d’oliva straniero hanno registrato un balzo impressionante, raggiungendo nei primi otto mesi del 2025 quota 427 milioni di chili, il 67 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Solo ad agosto, alla vigilia della nuova campagna di raccolta, gli arrivi sono cresciuti del 93 per cento. Un’ondata che ha prodotto un effetto immediato, facendo crollare del 20 per cento il prezzo dell’extravergine italiano, finito in poche settimane ben al di sotto dei costi di produzione. Secondo Coldiretti si tratta di una dinamica anomala che non trova giustificazioni nel quadro produttivo nazionale.

Il rapporto dell’Icqrf, aggiornato al 31 ottobre 2025, mostra infatti che le giacenze di olio sono aumentate del 32,7 per cento rispetto all’anno precedente, soprattutto grazie alla maggiore disponibilità di extravergine. Ma se si entra nel dettaglio della provenienza, l’olio italiano è cresciuto appena dell’8,7 per cento mentre quello estero è esattamente raddoppiato. Ecco perché, sostiene Coldiretti, è difficile spiegare un crollo dei prezzi così drastico proprio nel momento in cui arriva l’olio nuovo, che solitamente porta a un rialzo delle quotazioni.

Per fronteggiare questa situazione, Coldiretti e Unaprol chiedono all’Ispettorato Centrale Controllo Qualità di creare una Cabina di Regia straordinaria che coordini le attività contro le irregolarità nel settore olivicolo. Le organizzazioni sollecitano inoltre un piano di controlli straordinari nei porti e nei punti di ingresso delle merci per verificare l’origine dei prodotti e i limiti dei residui fitosanitari, oltre a un monitoraggio dei contratti futures nelle Borse Merci per prevenire speculazioni e frodi sull’origine.

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