Economia

Giorgetti apre alla Pace Fiscale: “I tempi ci sono, ora serve una proposta concreta”

Redazione
 
Giorgetti apre alla Pace Fiscale: “I tempi ci sono, ora serve una proposta concreta”
“I tempi ci sono”. Con queste parole, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha acceso i riflettori sull’ipotesi che la pace fiscale possa entrare già nella prossima Legge di Bilancio 2025. L’annuncio, seppur prudente, è arrivato lasciando il Consiglio federale della Lega, in corso a Montecitorio, poco prima di un incontro con il ministro per gli Affari europei, Raffaele Foti.

Giorgetti apre alla Pace Fiscale: “I tempi ci sono, ora serve una proposta concreta”

Il progetto, da tempo caro alla Lega e rilanciato in questi giorni dal vicepremier Matteo Salvini, mira a regolare i rapporti tra cittadini e fisco, soprattutto su debiti pendenti, cartelle esattoriali e contenziosi di lungo corso. Ma prima dell’ufficializzazione servono dati, proposte tecniche e un iter parlamentare ben calibrato.

“Adesso bisogna lavorare con i dati alla proposta e poi c’è l’iter parlamentare”,
ha spiegato Giorgetti, evidenziando che il nodo centrale resta la platea dei beneficiari, ancora da definire con precisione.

Il ministro, da sempre espressione di un approccio prudente e tecnico ai conti pubblici, ha voluto precisare: “Io faccio quello che c’è scritto nel programma politico del governo e cerco di renderlo possibile. Tutti questi annunci sono condivisibili, ma a me spetta il compito di creare le condizioni perché si possano verificare”.

Un’affermazione che riflette il delicato equilibrio tra la volontà politica – che spinge per misure espansive – e la sostenibilità finanziaria, che resta prioritaria per Via XX Settembre, anche alla luce dei nuovi vincoli del Patto di Stabilità europeo.

In particolare, la partita della pace fiscale si gioca su alcuni fronti cruciali:

la tipologia dei debiti da includere (somme iscritte a ruolo, pendenze con l’Agenzia delle Entrate, contenziosi aperti);
la soglia economica dei beneficiari (imprese, partite IVA, famiglie);
l’impatto sui saldi di bilancio, sotto la lente della Ragioneria generale e delle autorità europee.

“Io sono realisticamente ottimista”, ha concluso Giorgetti rispondendo a chi chiedeva se le condizioni siano sufficienti per vedere la misura già inserita nella prossima manovra d’autunno.

Il messaggio del ministro arriva in un momento strategico, con la presentazione del nuovo Rapporto Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) in Senato, che ha acceso l’attenzione sul rischio di drenaggio fiscale legato alla nuova Irpef, e con le stime di crescita italiane in lieve rallentamento per il secondo semestre dell’anno.

Con un’inflazione più bassa e margini di flessibilità limitati, il governo dovrà decidere se puntare su una pace fiscale strutturale o su una misura una tantum. Intanto, i lavori preparatori sono in corso, e la Lega spinge affinché già nel DEF autunnale appaiano cifre e proiezioni.

La sensazione a Palazzo Chigi è che si stia entrando in una fase concreta di definizione tecnica, dove il compromesso tra equità fiscale e gettito erariale sarà fondamentale per tradurre in realtà uno dei punti cardine della campagna elettorale del centrodestra.

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