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Giappone: cresce, anche se di poco, la fiducia delle imprese

Redazione
 
Giappone: cresce, anche se di poco, la fiducia delle imprese

Un timido miglioramento nella fiducia delle imprese manifatturiere giapponesi, sostenuto dalla ripresa parziale del comparto dei semiconduttori, ma oscurato da incertezze legate alle politiche commerciali statunitensi. È il quadro che emerge dal sondaggio mensile Reuters Tankan condotto tra il 2 e l’11 luglio, che anticipa le tendenze dell’indagine ufficiale Tankan della Banca del Giappone.

Giappone: cresce, anche se di poco, la fiducia delle imprese

Secondo l’indagine – che ha coinvolto 497 grandi aziende non finanziarie giapponesi, 241 delle quali hanno risposto in forma anonima – l’indice del sentiment dei produttori è salito a +7 a luglio, rispetto al +6 di giugno. Inalterata, invece, la fiducia nel settore dei servizi, ferma a +30 per il terzo mese consecutivo. Le attese per i prossimi mesi appaiono cautamente ottimistiche. I produttori prevedono che il sentiment possa salire a +8 entro ottobre, mentre gli operatori dei servizi stimano un lieve rallentamento della fiducia, con un calo dell’indice a +27.

Nel dettaglio, tra i comparti industriali, spicca la ripresa del settore dei macchinari elettronici, il cui indice è salito da -16 a -4. In miglioramento anche il settore chimico, che registra un balzo da +12 a +18. A fare da traino, la domanda in crescita di chip, tornata a farsi sentire dopo mesi di debolezza.

"Si nota una certa vivacità in alcuni settori dell'industria dei semiconduttori, mentre altri restano stagnanti", ha dichiarato a Reuters un responsabile di un’azienda produttrice di gomma, fotografando un comparto ancora a doppia velocità.
Non mancano, tuttavia, segnali di allarme.

L’indice relativo ai macchinari per il trasporto, che include il peso massimo dell’economia giapponese – l’industria automobilistica – è sceso in modo significativo da +20 a +9. A incidere, secondo diversi dirigenti interpellati, è stato l’impatto dei dazi statunitensi del 25% sulle auto giapponesi, che stanno riducendo i volumi esportati e aumentando i costi per i produttori.

“Sebbene i nostri utenti prevedano che l'impatto dei dazi di Trump possa essere negativo, per ora ci troviamo in una situazione di attesa”, ha dichiarato un manager attivo nel settore della carta e della cellulosa, sottolineando l’incertezza che pesa sulle strategie aziendali. Preoccupazioni condivise anche nel comparto dei macchinari. "I nostri clienti stanno diventando cauti riguardo alle spese in conto capitale a causa del rallentamento economico causato dai dazi statunitensi e dall'incertezza sulla situazione in Medio Oriente", ha osservato un altro dirigente intervistato da Reuters.

Nel comparto servizi, il quadro è più sfaccettato. La fiducia è migliorata tra i grossisti, ma ha mostrato segnali di debolezza nei settori immobiliare, commercio al dettaglio, IT e trasporti. Un responsabile di un’importante catena retail ha tracciato un bilancio in chiaroscuro: “I supermercati hanno beneficiato della maggiore spesa dei clienti grazie agli aumenti di prezzo riusciti, mentre i grandi magazzini hanno sofferto di un calo delle vendite rispetto all’aumento del turismo in entrata dell’anno scorso”.

Le rilevazioni arrivano in un momento critico per l’economia giapponese, notoriamente dipendente dalle esportazioni. Dopo un primo trimestre in contrazione – segnato soprattutto dalla debolezza dei consumi interni – anche i dati di maggio sulle esportazioni hanno confermato un deterioramento, con un calo per la prima volta in otto mesi. Uno scenario che alimenta il timore di una possibile recessione tecnica, definita da due trimestri consecutivi di contrazione del PIL.

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