Economia

Giansanti: “La nuova Pac è da cancellare, non è più una politica agricola comune”

Redazione
 
Giansanti: “La nuova Pac è da cancellare, non è più una politica agricola comune”
La proposta della nuova Politica agricola comune non convince il mondo agricolo e, secondo Confagricoltura, rischia di mettere in discussione l’intero modello europeo. “L’attuale proposta della Pac, per come è stata impostata, non esiste più. Non è più una politica agricola comune, ma diventa una politica agricola nazionale. Più in generale la proposta è molto modesta, sia dal punto di vista del budget, sia dal punto di vista della visione”, ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e del COPA (nella foto), che riunisce le principali organizzazioni agricole dell’Unione europea.

Giansanti: “La nuova Pac è da cancellare, non è più una politica agricola comune”

Secondo Giansanti, il settore si trova a un bivio decisivo: “L’agricoltura italiana ed europea sono a un punto di svolta e le decisioni che le istituzioni della UE dovranno prendere nei prossimi mesi plasmeranno in modo decisivo il nostro modello agricolo e determineranno il futuro del settore”. Per questo, aggiunge, serve una politica agricola “ambiziosa, che metta al centro produttività, competitività e una semplificazione amministrativa necessaria e fondamentale”.

Il presidente di Confagricoltura richiama con forza il tema delle nuove tecniche genomiche (NGT), bloccate da tempo a Bruxelles: “La burocrazia europea dimostra di soffocare il progresso, la scienza e la ricerca. È indispensabile accelerare”. Una posizione che si lega al richiamo storico fatto dallo stesso Giansanti: “Sessanta anni fa agricoltura e acciaio hanno fatto nascere l’Unione europea; oggi, invece, secondo la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, l’agricoltura non è più strategica, nonostante sia diventata una delle principali attività d’impresa sostenute e sovvenzionate dai singoli Stati. Intanto, Paesi come la Russia stanno investendo massicciamente nel settore”.

Sul piano economico e sociale, Giansanti richiama la centralità dell’autosufficienza alimentare: “Non dipendere dalle importazioni significa investire nella produzione del settore primario. Nei Paesi del Nord Europa il costo del carrello della spesa è ormai un tema di dibattito nazionale e si cerca di ridurre i prezzi perché le famiglie non ce la fanno. Immaginate cosa significhi, in questo scenario, dipendere dalle importazioni”.

Un quadro che, secondo Confagricoltura, rende la proposta europea del tutto inadeguata: “Questa Pac non guarda né al sostegno degli agricoltori né al giusto prezzo per i consumatori. Per questo è totalmente da cancellare”, conclude Giansanti.
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