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Gaza sull’orlo della catastrofe: valichi chiusi e rischio carestia

Redazione
 
Gaza sull’orlo della catastrofe: valichi chiusi e rischio carestia

A partire dal 18 marzo, giorno in cui è finito l’ultimo fragile cessate il fuoco tra Israele e Hamas, la situazione umanitaria a Gaza ha subito un ulteriore drammatico peggioramento. Secondo quanto riportato da ABC News, la chiusura prolungata di tutti i valichi di frontiera – attuata già dal 2 marzo – ha interrotto completamente il flusso degli aiuti umanitari, precipitando l’intera Striscia in una crisi senza precedenti, con i residenti che denunciano come la mancanza di pane, per i valichi di frontiera chiusi, causano la morte per fame di molti bambini.

Gaza sull’orlo della catastrofe: valichi chiusi e rischio carestia

A Khan Younis le panetterie hanno chiuso, le scorte alimentari sono finite, il carburante è esaurito. Anche laddove vi fosse ancora qualche sacco di farina, mancano i mezzi per trasformarlo in cibo. Il Programma Alimentare Mondiale ha annunciato il 31 marzo di aver completamente esaurito le scorte a Gaza. Nessun rifornimento è più possibile. Gli effetti sono immediati: carestia, malnutrizione, collasso dei servizi essenziali.

"Sono qui dalle sei del mattino - dice un uomo -, in attesa che il panificio apra per poter dare da mangiare ai miei figli. Mia moglie è morta in guerra e i miei figli hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro. Temiamo la fame. Non temiamo più la morte; siamo arrivati al punto in cui desideriamo la morte. Quando tuo figlio chiede il pane, il suo diritto più fondamentale, cosa rispondi?''.

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha affermato che Israele continuerà a impedire l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia, definendolo ''uno degli strumenti principali di pressione per scoraggiare Hamas dall’utilizzare la popolazione civile come scudo''.

Katz ha aggiunto che è intenzione di Israele creare in seguito un’infrastruttura civile per la distribuzione degli aiuti, affidata ad aziende non legate a Hamas. Ma per le organizzazioni umanitarie, il tempo è quasi scaduto. La portavoce dell’UNICEF Rosalia Bollen ha dichiarato ad ABC News che dall’interruzione del cessate il fuoco, centinaia di bambini sono stati uccisi o feriti: "Ustioni, schegge conficcate nei corpi dei bambini, arti amputati. I bambini sono profondamente traumatizzati da ciò che hanno vissuto''.

L’UNICEF ha lanciato un appello alla comunità internazionale: è urgente ristabilire il cessate il fuoco e riaprire i valichi. "Questa è la misura più importante per salvare la vita dei bambini", ha sottolineato Bollen. Oltre alla fame, le giovani vittime affrontano un dolore invisibile ma devastante: quello psicologico.

"I bambini sono stati esposti a livelli di violenza senza precedenti, quotidianamente, per mesi. Oggi, ogni bambino a Gaza ha bisogno di supporto per la salute mentale'', ha concluso Bollen.
Anche il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) lancia l’allarme. Il portavoce Hisham Muhanna ha dichiarato che le operazioni umanitarie in corso a Gaza sono ''fortemente limitate''. Programmi come le cucine comuni offrono spesso l’unico pasto della giornata, ma il rischio di un collasso totale è imminente.
Senza carburante, i sistemi di depurazione dell’acqua non funzionano, gli ospedali sono allo stremo.

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