Esteri

Gaza, la ricostruzione costerà 53 miliardi di dollari, l’Italia pronta a contribuire

Redazione
 
Gaza, la ricostruzione costerà 53 miliardi di dollari, l’Italia pronta a contribuire
Mentre a Parigi si chiude la prima fase dei negoziati tra Israele e Hamas, la comunità internazionale inizia a fare i conti con la colossale impresa della ricostruzione di Gaza. Secondo una stima della Banca Mondiale, serviranno circa 53 miliardi di dollari per riparare le devastazioni nella Striscia e in Cisgiordania: una cifra pari a tre volte il Pil della Palestina.

Gaza, la ricostruzione costerà 53 miliardi di dollari, l’Italia pronta a contribuire

Di questi, 30 miliardi di dollari sarebbero destinati al ripristino delle infrastrutture fisiche, mentre altri 19 miliardi coprirebbero le perdite economiche e sociali causate dal conflitto. Solo il sistema sanitario avrebbe bisogno di oltre 7 miliardi, in un territorio dove il 94% degli ospedali è stato distrutto. Ma la crisi non risparmia nessun settore: il 90% degli appartamenti e delle scuole, l’86% dei campi coltivabili e il 65% delle strade risultano danneggiati o in macerie.

La prima emergenza sarà la rimozione di 53 milioni di tonnellate di detriti, gran parte dei quali contenenti amianto. Un’operazione titanica che, secondo le stime, richiederà 21 anni di lavoro e 1,2 miliardi di dollari di risorse.

L’Unione europea mira a un ruolo centrale nella ricostruzione, coordinando un gruppo di Paesi donatori per sostenere la ripartenza di Gaza. Anche l’Italia si è detta pronta a partecipare. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista al Quotidiano Nazionale hs dichiarato: “Vogliamo essere protagonisti oltre che della sicurezza, della ricostruzione. Con lo sguardo rivolto alle infrastrutture, anche con l’impegno delle nostre imprese. Poi penso alla sanità, alla scuola, alle università e alla formazione di una nuova classe dirigente palestinese”.

Tajani ha inoltre proposto un intervento immediato per fronteggiare “la paurosa emergenza sanitaria di cui soffre Gaza”, ipotizzando la partecipazione degli ospedali italiani operativi in Giordania e in Egitto in partenariato con presidi sanitari locali. “Possiamo aiutare i palestinesi a mettere in piedi un sistema sanitario adeguato - ha aggiunto -. È un progetto da valutare come governo”.
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