Il contrasto all’evasione fiscale, la sicurezza delle banche dati e la protezione della riservatezza dei contribuenti rappresentano oggi uno dei nodi cruciali per l’efficienza dello Stato e per la fiducia dei cittadini. Lo ha ribadito ieri in audizione davanti alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria Giacomo Ricotti, capo del Servizio assistenza e consulenza fiscale della Banca d’Italia, tracciando un quadro aggiornato del sistema informativo fiscale (SIF) e delle sue prospettive.
Fisco digitale, tra lotta all’evasione e tutela della privacy, la sfida italiana ed europea
Secondo le stime più recenti, l’evasione fiscale e contributiva in Italia ammonta a oltre 82 miliardi di euro, con una propensione media pari al 15% del gettito teorico. Sebbene in calo rispetto ai 97 miliardi del 2017, il fenomeno continua a rappresentare un grave freno alla competitività delle imprese e alla crescita economica, distorcendo il mercato del lavoro e la capacità di innovazione. Il miglioramento registrato negli ultimi anni – ha sottolineato Ricotti – è legato a strumenti come la fatturazione elettronica, la trasmissione telematica dei corrispettivi e lo scambio automatico di informazioni tra Stati.
Il SIF si configura oggi come una rete di banche dati integrate che raccolgono informazioni da dichiarazioni fiscali, intermediari bancari, dogane, operatori esteri e piattaforme digitali. Un patrimonio informativo che permette sia di indirizzare i controlli in modo più mirato, sia di offrire servizi ai contribuenti, come le dichiarazioni precompilate per persone fisiche e imprese. Ma la sfida resta il bilanciamento tra esigenze di efficienza e tutela della privacy.
L’uso crescente dell’intelligenza artificiale apre infatti a nuove opportunità – dall’analisi predittiva dei comportamenti evasivi all’assistenza virtuale ai cittadini – ma pone rischi concreti di errori, bias e violazioni dei diritti fondamentali. Per questo, l’AI Act europeo impone la supervisione umana e il diritto a non essere sottoposti a decisioni esclusivamente automatizzate.
Nel confronto internazionale, l’Italia si distingue per l’adozione pionieristica della fatturazione elettronica e per l’estensione della precompilata anche all’IVA, posizionandosi tra i Paesi più avanzati al fianco di Spagna, Francia e Germania. In prospettiva, il pacchetto europeo “VAT in the Digital Age” e le nuove direttive DAC renderanno obbligatoria la fatturazione elettronica intra-UE e potenzieranno lo scambio di dati, con un recupero stimato fino a 11 miliardi di euro l’anno di gettito IVA a livello unionale.
La Banca d’Italia e l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) svolgono un ruolo chiave, alimentando il sistema con dati finanziari e gestendo le segnalazioni di operazioni sospette in stretto coordinamento con l’Agenzia delle Entrate. Allo stesso tempo, l’Istituto di via Nazionale ha rafforzato la resilienza cibernetica, riconoscendo il rischio informatico come una minaccia sistemica per la stabilità finanziaria.