Cultura

L’eleganza su quattro ruote: una mostra celebra l’anima artigiana dell’automobile italiana

Barbara Leone
 
L’eleganza su quattro ruote: una mostra celebra l’anima artigiana dell’automobile italiana

È un viaggio nell’anima artigiana dell’auto italiana quello che partito al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Si intitola "Fatte su misura", ed è la nuova esposizione che rende omaggio alla raffinata tradizione italiana dell’auto su commissione, esaltando la maestria dei carrozzieri, la creatività dei designer e l’ingegno dei motoristi che hanno saputo trasformare i veicoli in autentiche opere d’arte in movimento.

L’eleganza su quattro ruote: una mostra celebra l’anima artigiana dell’automobile italiana

La mostra, allestita al secondo piano dell’edificio Monumentale, è un inno alla sinergia tra tecnica e bellezza, raccontata attraverso quattro modelli iconici: la Bianchi 8HP del 1903, l’Alfa Romeo 8C 2300 Spider Zagato del 1932, la visionaria Bisiluro DaMolNar del 1955 e una nuova straordinaria protagonista appena restituita alla fruizione pubblica, l’Alfa Romeo 8C 2900 B Berlinetta Touring del 1938.

Quest’ultima, sequestrata a gennaio in Francia nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, è ora affidata al Museo in custodia giudiziaria, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano. Dopo essere rimasta a lungo lontana dagli occhi del pubblico, torna finalmente visibile in tutta la sua maestosa eleganza.

Il titolo della mostra rimanda alla natura unica e irripetibile di queste vetture d’epoca, nate dall’unione tra esigenze tecniche, gusto estetico e desideri di una committenza d’élite. Ciascun modello è un esemplare singolare, frutto di una cura sartoriale nei minimi dettagli, testimone del prestigio internazionale dell’automobile italiana tra inizio e metà Novecento. La Bianchi 8HP del 1903 apre il percorso espositivo come simbolo delle origini della mobilità a motore in Italia.

Costruita in una Milano ancora attraversata da carrozze, quest’auto pionieristica – derivata da un’antica Duc modificata – è il frutto del genio di Edoardo Bianchi, pioniere nella produzione di biciclette, che seppe intuire il potenziale dell’automobile. Il suo motore monocilindrico da 8 cavalli segnò l’inizio della transizione verso l’industria automobilistica. Con l’Alfa Romeo 8C 2300 Spider Zagato si entra negli anni Trenta, l’età dell’oro delle carrozzerie su misura. Questo esemplare fu realizzato per Leandro Arpinati, uomo politico e appassionato di motori, che affidò il progetto alla celebre carrozzeria milanese Zagato.

La spider, elegante e grintosa, è spinta da un propulsore progettato da Vittorio Jano, lo stesso che firmò le vittorie dell’Alfa Romeo nelle più celebri competizioni internazionali. A metà degli anni Cinquanta, invece, si apre la parentesi visionaria della Bisiluro DaMolNar, auto estrema pensata per affrontare la 24 Ore di Le Mans. Disegnata da Mario Damonte, Carlo Mollino ed Enrico Nardi, la vettura è composta da due sezioni separate e asimmetriche, una per il pilota e una per la meccanica, con l’obiettivo di ridurre al minimo la resistenza aerodinamica.

Il suo esordio in gara, tuttavia, fu breve e sfortunato: durò solo due ore, interrotta da una turbolenza sollevata da una macchina avversaria che la fece uscire di pista. Ma resta un simbolo di avanguardia e sperimentazione radicale. Il gioiello della mostra è però senza dubbio l’Alfa Romeo 8C 2900 B Berlinetta Touring, icona del lusso e della tecnologia anteguerra. Concepita nel 1938 per la Società Montecatini, la vettura è un concentrato di raffinatezza tecnica: motore da 2.900 cc, freni idraulici, telaio rinforzato e un’aerodinamica disegnata con la cura di un artista.

La carrozzeria Touring la rivestì con linee fluide e un’elegante tinta blu scuro, oggi perfettamente restaurata. Dopo essere stata protagonista di concorsi d’eleganza internazionali, come quello di Pebble Beach, torna finalmente in mostra a Milano, a pochi metri da un’altra icona del 1938: il palcoscenico mobile del Teatro alla Scala.

Le automobili sono esposte in uno spazio dal forte impatto visivo, con vetri curvi, superfici specchianti e cromature che riflettono la luce, mentre un colore rosso avvolgente conferisce calore e teatralità. Ogni modello è visibile su tre lati, e il quarto riflesso in una parete a specchio ne moltiplica prospettive e dettagli, regalando al visitatore un’immersione totale nella bellezza meccanica. Grande attenzione è stata riservata all’accessibilità. In particolare, la postazione dedicata alla Bisiluro DaMolNar è stata pensata per essere fruibile anche da persone con disabilità visive e uditive: include un modello tattile con audiodescrizione attivabile tramite QR code in rilievo, didascalie in braille, sottotitoli e video in LIS.

Una iniziativa, questa, che rientra nel progetto “Un piano per l’accessibilità sensoriale al Museo”, sostenuto da Fondazione Cariplo in collaborazione con l’Istituto dei Ciechi di Milano e l’Ente Nazionale Sordi. La mostra si inserisce nel più ampio percorso di rilettura delle collezioni storiche del Museo, che punta a restituire nuovi significati e maggiore accessibilità al patrimonio tecnico e scientifico attraverso l’auto italiana, da sempre punto d’incontro tra ingegneria e bellezza, che torna così protagonista di un racconto identitario che parla non solo di passato, ma anche di innovazione e visione futura.

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